Greenpeace: negato il ricorso dell'attivista italiano. Resta in carcere
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MOSCA, 15 OTTOBRE 2013 - Crollano le speranze di una scarcerazione su cauzione per Cristian D'Alessandro e gli altri 29 attivisti di Greenpeace arrestati in Russia. Proprio oggi difatti si è tenuta l'udienza nella quale si è discusso su un eventuale ricorso per gli attivisti, il quale è stato categoricamente negato dalla Corte di Murmansk. [MORE]
Cristian D'Alessandro resta quindi in carcere insieme agli altri, fino al 24 Novembre. A riferirlo in tempo reale dall'aula del Tribunale è stato Greenpeace Russia. Rimane al momento per tutti l'accusa di pirateria come previsto dal codice penare russo: "Articolo 227. Pirateria
1. L'attacco a una nave marittima o fluviale compiuto per impossessarsi dei beni altrui facendo ricorso alla violenza o alla minaccia di violenza e' punito con la reclusione da cinque a dieci anni.
2. Lo stesso atto, compiuto con l'impiego di armi o di oggetti usati come armi,e' punito con la reclusione da otto a dieci anni e - eventualmente - con una multa fino a cinquecentomila rubli o pari allo stipendio - o ad altro reddito - del condannato relativo a un periodo fino a tre anni.
3. Gli atti previsti dalle parti prima e seconda del presente articolo, se compiuti da un gruppo organizzato o se hanno provocato colposamente la morte di una persona o altre gravi conseguenze, sono puniti con la reclusione da dieci a quindici anni e - eventualmente - con una multa fino a cinquecentomila rubli o pari allo stipendio - o ad altro reddito - del condannato relativo a un periodo fino a tre anni."
Ma l'art.1 del Codice Penale della Federazione Russa è chiaro: "Le finalita' del presente codice sono: la tutela dei diritti e delle libertà della persona e del cittadino, della proprietà, dell'ordine pubblico e della pubblica sicurezza, dell'ambiente, dell'ordinamento costituzionale della Federazione Russa dagli attentati criminali, la garanzia della pace e della sicurezza dell'umanità e anche la prevenzione dei reati." E questo dice tutto, perché non è stata forse oppressa la stessa libertà sopra citata? Non è stata oppressa la garanzia di una pace? Ma Greenpeace aveva messo il piede di pace sul territorio sbagliato, sull'unico valore riconosciuto da Putin. E' questo il loro "reato", la colpa di chi è "orgogliosamente colpevole di pacifismo" come affermato sul sito dell'associazione.
Ma l'aria rimane pesante, destini in apnea, in bilico, perché non dimentichiamo che i 30 attivisti rischiano 15 anni di carcere, in situazioni del tutto ancora ignote o sospette, poiché le notizie che giungono in questi giorni è che in quelle carceri - come riferito sempre sul sito - "non sempre è assicurato loro spazio a sufficienza, riscaldamento o accesso all’acqua potabile."
(immagine da italian.ruvr.ru)
Rossella Assanti