Grecia, "Non siamo il capro espiatorio dell'euro" e intanto slittano gli aiuti UE
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Grecia, "Non siamo il capro espiatorio dell'euro" e intanto slittano gli aiuti UE

martedì 4 ottobre, 2011

LUSSEMBURGO, 4 OTTOBRE 2011- "Dopo una lunga meditazione, abbiamo trovato un accordo sulle modalità per fornire garanzie collaterali", a comunicarlo, nell'ambito dell'Efsf, il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker. Si tratta di un accordo raggiunto con difficoltà a causa delle garanzie collaterali richieste dalla Finlandia per sbloccare i nuovi aiuti alla Grecia. [MORE]

 

A sommi capi, l'accordo prevede un modello che sarà valido per tutti i paesi interessati, ma che, assicura Klaus Regling, "avrà un prezzo da pagare per quelli che ne richiedono l'applicazione, tanto che è poco verosimile che qualche altro paese oltre alla Finlandia lo richiederà".

Tra le condizioni poste, come ha specificato Regling ci sono il "no all'aumento del gap finanziario della Grecia e il no a un flusso di contanti diretto verso la Finlandia".

 

"I paesi che chiedono queste garanzie dovranno pagare tutto e subito il proprio contributo in capitale per il fondo salvastati permanente (Esm), vedranno i profitti dell'Efsf ridotti, in caso di default otterranno il pagamento dei collaterali solo quando i prestiti arriveranno a maturità", sostiene Pegling.

Invece,ancora una volta viene rimandata la decisione sulla sesta tranche, da 8 miliardi di euro, di aiuti alla Grecia, almeno fino a dopo il 13 ottobre, data in cui la zona euro avrebbe dovuto dare il via libera mediante un incontro apposito. Come ha evidenziato Juncker, "L'Eurogruppo prenderà una decisione finale nel corso di ottobre, sapendo che la Grecia non potrà ricevere l'esborso della sesta tranche prima di novembre".

Poi continua evidenziando che "Atene, seppure non e' ancora pronto il rapporto completo della Troika (Fmi, Bce, Ue) non rispettera' i target fiscali concordati per il 2012 e, anche per questo, dovra' fare ancora di piu' per i due anni successivi".

Tuttavia, il presidente dell'Eurogruppo ha voluto ribadire che tutto ciò non significa che la Grecia debba uscire dall'euro, "Nessuno ha chiesto l'uscita della Grecia dall'eurozona, e smentisco ogni voce secondo cui questa è stata invitata a lasciarla"

Comunque sia, ad Atene non va giù di essere additati come gli unici responsabili di un eventuale fallimento, "Non siamo il capro espiatorio dell'euro", ha sostenuto con forza il ministro Evangelos Venizelos prima di entrare alla riunione a Lussemburgo. Il ministro ha anche ribadito che, "Il Paese ha preso misure necessarie e difficili e che il budget per il 2012 e' molto ambizioso, dal momento che per la prima volta, dopo tanti anni, presentera' un avanzo primario di 3,2 miliardi, quando nel 2009 aveva invece un disavanzo di 24 miliardi".

Intanto, nella capitale greca,i manifestanti, in risposta ai piani del governo per il licenziamento di circa 30 mila funzionari pubblici per soddisfare le esigenze di austerita' chieste dagli organismi internazionali, hanno continuato oggi il blocco di cinque ministeri, tra cui gli edifici che ospitano i ministeri dello Sviluppo, della Cultura e della Finanze.

Ad aumentare le preoccupazioni dell'Europa occidentale, l'allarme lanciato dall'agenzia di rating Standard & Poor's nel nuovo rapporto "Lo spettro della doppia recessione si allunga sull'Europea", in cui si legge che il rischio di una nuova recessione nei paesi della suddetta area è al 40%.
 

Rosy Merola


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