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ATENE, 27 APRILE 2015 – Una riorganizzazione della squadra dei negoziatori: la decisione di Tsipras arriva alla fine di un periodo cruciale per Atene. Dalle prime informazioni trapelate dai giornali locali, parrebbe che il premier greco abbia confermato il ruolo cardine di Yanis Varoufakis come ministro delle Finanze, anche se esiste la concreta possibilità che la sua influenza tra i negoziatori venga ridimensionata, soprattutto in seguito alle aspre critiche ricevute dalla Bce nell’ultima riunione a Riga.
In alcuni quotidiani locali, si parla addirittura di manovre che porrebbero Varoufakis in “amministrazione controllata”: questa, stando alle dichiarazioni del Governo, sarebbe una decisione mirata a aumentare la fiducia del popolo nei confronti del ministro delle Finanze e non una punizione per gli avvenimenti di Riga. Allo stesso tempo, però, da Atene è stata nominata una commissione tecnica speciale con il preciso scopo di guidare il negoziato: a farne parte, il segretario generale Spyros Sagias e il presidente del consiglio economico Giorgios Houliarakis, che sorveglierà il contatti con Bruxelles.
Dopo questo riassetto strategico, la Bce sembra più sicura che un’intesa possa finalmente essere trovata: “Non ho familiarità con questo cambio di negoziatori”, ha detto vicepresidente Bce Vitor Constancio, “Ma sono fiducioso che un accordo con la Grecia ci sarà”. [MORE]
Ma i cambiamenti nella squadra di negoziatori non sembrano essere l’unico compromesso al quale Tsipras sia disposto a cedere: secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Bild, il premier starebbe valutando l’ipotesi di riconsiderare le riforme legate al salario minimo e all’aumento dei diritti dei lavoratori. Si tratta di due punti cardine della campagna elettorale che l’ha portato alla vittoria lo scorso gennaio e che, se non rispettati, potrebbero portare a uno squilibro interno di proporzioni considerevoli. Da Atene, però non vi è ancora nessuna conferma.
Quello che invece sembra essere ormai certo è il progetto di valutare un piano di riforme alternative per risollevare l’economia. Tra queste, l'introduzione di una tassa sui viaggi di lusso nelle isole greche, lo stop ai prepensionamenti, il congelamento delle riforme del settore del lavoro almeno fino a giugno e l’utilizzo dei fondi provenienti dalle privatizzazioni per sostenere il sistema pensionistico del Paese.
(foto:termometropolitico.it)
Sara Svolacchia