Governo, prime prove di coraggio sui temi dell'economia. Delrio: «Potremmo tassare i BoT»
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ROMA, 24 FEBBRAIO 2014 - Dichiarazioni infelici o vere prove di coraggio? Ieri durante la trasmissione di Rai3, Otto e mezzo, condotta da Lucia Annunziata, Graziano Delrio, anima e pilastro del nuovo Governo Renzi, ha rilasciato alcune dichiarazioni su temi economici, ma soprattutto fiscali, che hanno fatto molto discutere in queste ore.
La prima bufera si scatena in seguito a queste parole del sottosegretario sulla tassazione delle rendite finanziarie: «Se una signora anziana ha messo da parte 100mila euro in Bot – dice Delrio - non credo che se gli togli 25 o 30 euro ne avrà problemi di salute. Vediamo...».
Il tema della tassazione di Titoli di Stato, di Bot e Btp, ovvero di quel grande bacino finanziario che rappresenta un’alta forma di risparmio dei contribuenti italiani, è un passaggio alquanto delicato. Lo stesso Mario Monti, il quale perseguendo comunque una politica di tassazione delle rendite come richiesto dall’Europa, aveva lasciato la tassazione dei Bot al 12.5% (escludendo le tasse sulle cedole).
Renzi a quanto pare, ha un obiettivo ben diverso: tassare le rendite, per ridurre il peso fiscale sul lavoro, iniziando dall’Irpef ed escludendo a priori una tassazione di carattere patrimoniale, perché come ha sottolineato Delrio: «l’Imu fu già una patrimoniale a tutti gli effetti e il governo Monti la introdusse perché il Paese aveva bisogno di sistemare i conti».
Niente patrimoniale o altre tasse sui redditi da lavoro, ma rimane aperta l’ipotesi di aumentare il gettito fiscale tramite i Bot. Difatti in tarda serata la nota diffusa da Palazzo Chigi sulla questione, non ha smentito questa possibilità: «L’orizzonte del governo è quello di una riduzione della pressione fiscale attraverso una rimodulazione delle rendite finanziarie e delle tasse sul lavoro», cercando di armonizzare le prime ad un livello europeo.
Per tagliare il cuneo fiscale che strozza i lavoratori si rende quindi necessaria l’applicazione di nuove tasse sulle rendite finanziare e ciò potrebbe portare ad un allineamento al 20-22% di tassazione su tutto il sistema “rendite” (titoli di stato, azioni, fondi di investimento), senza toccare però i fondi pensione.
Come già sottolineato questa ipotesi coraggiosa e secondo fonti esperte anche efficace ha sollevato però un polverone contro Delrio ed il nuovo governo. I primi a sottolineare la nefandezza di una tale gestione del gettito fiscale sono stati gli onorevoli di Forza Italia, dalla Carfagna che ha lapidato la proposta definendo il governo «la solita sinistra delle tasse» a Giovanardi.
Anche l’alleato di governo, ovvero il nuovo centro destra, per bocca di Renato Schifani si è dichiarato contrario ad un aumento della tassazione sui Bot, mettendo un freno a qualsiasi accrescimento di tasse.
La segretaria generale della CGIL, Susanna Camusso, ha dichiarato a tal proposito: «Meglio la patrimoniale perché il rischio di concentrarsi solo sui Bot in quella dimensione significa intervenire solo su un’area di ceto medio che ha già pagato pesantemente in questa crisi».
Un banco di prova importante quindi per il nuovo governo Renzi, quello dell’armonizzazione del sistema fiscale e Delrio prova ad aggiustare la mira confermando l’intenzione del governo di non voler sforare il patto del 3%: « Non ha senso. Vogliamo andare in Europa – afferma il neo sottosegretario - dicendo che non siamo l'Italia che annuncia ma che fa».
«Dobiamo aumentare seriamente il taglio del cuneo fiscale. Pensiamo di ricavare risorse in parte dalla spending review, in parte da operazioni industriali e dal rientro dei capitali».
Aspettiamo quindi le prime mosse in materia da parte del Governo Renzi. Al ministro Padoan spetta la scelta finale e possiamo già dire con certezza che almeno lui, il nuovo tesoriere d’Italia, non sarà in disaccordo con quanto detto da Delrio.
Le scelte del nuovo governo per quanto riguarda il regime fiscale saranno rese note già oggi, durante il discorso di Matteo Renzi al Senato per la fiducia. [MORE]
Sergio Sulmicelli
foto da repubblica.it