Giustizia: Il Tribunale del Lavoro di Catanzaro tutela madre lavoratrice discriminata
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CATANZARO, 6 FEB – Brutta tegola per un colosso del settore somministrazione del lavoro, condannato dal Tribunale del Lavoro di Catanzaro per comportamento discriminatorio. Secondo i giudici, alla lavoratrice S.B. è stato impedito di svolgere la propria attività a causa della sua condizione di madre. Si tratta di una vicenda purtroppo simile ad altre, con protagoniste donne nella medesima condizione.
Nella sentenza n. 62/2021 del 29 gennaio scorso è evidenziato come risulti più «semplice» «soddisfare l’interesse del cliente utilizzatore somministrando a questi un lavoratore o una lavoratrice non in stato di gravidanza, piuttosto che una dipendente “problematica”, qual è una lavoratrice madre, con il sempre correlato “pericolo” dell’esercizio dei diritti ad essa garantiti per legge e per contratto».
Eppure, fin dall’assunzione a tempo indeterminato, S.B. ha sempre lavorato raggiungendo soddisfacenti risultati non solo per il datore di lavoro, ma anche per l’impresa utilizzatrice. Nel caso specifico: una grossa multinazionale. Tuttavia, una volta terminata l’astensione obbligatoria per maternità, a S.B. veniva preferita altra lavoratrice senza figli per lo svolgimento delle identiche mansioni. Tale decisione è stata però ritenuta illegittima, perché discriminatoria, dal Tribunale del Lavoro, che ha obbligato il somministratore di lavoro a risarcire la lavoratrice.
«È una sentenza molto importante - ha dichiarato l’avvocato Danilo Colabraro -. La discriminazione di genere è purtroppo ancora terreno poco battuto nei nostri tribunali, nonostante sia conclamato che le donne, e tanto più le mamme, abbiano maggiore difficoltà a entrare nel mondo del lavoro e a rimanerci in condizione di parità». La breccia per la migliore tutela delle lavoratrici è finalmente aperta.