Giuseppe Di Matteo, "Gola profonda" Spatuzza Mafia chiede perdono
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PALERMO, 2 DIC. - "Chiedo perdono a tutti, alla famiglia del piccolo Giuseppe Di Matteo e alla società civile, che abbiamo violentato e oltraggiato". Un pentimento ingiustificato quello della “gola profonda” Gaspare Spatuzza, al processo per il sequestro e l'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito Santino Di Matteo, ucciso e disciolto nell'acido a 15 anni nel gennaio del 1996 dopo 779 giorni di prigionia.[MORE]
''Noi siamo veramente responsabili della fine di quel bellissimo angelo a cui abbiamo stroncato la vita. Anche se non l'abbiano ucciso io e miei coimputati siamo colpevoli del sequestro, quanto della morte del ragazzino e ne daremo conto, non solo in questa vita ma anche domani dove troveremo qualcuno ad aspettarci", ha aggiunto Spatuzza.
Collegato in videoconferenza da una località segreta, l'ex braccio destro del capo mandamento Graviano è visibilmente emozionato. ''Ci eravamo travestiti da poliziotti e siamo andati con due auto, una Croma e una Fiat Uno, al maneggio di Altofonte dove il bambino andava regolarmante". In compagnia di Spatuzza c'erano altre tre persone. “Abbiamo detto al bambino che lo portavamo dal suo papà e lui era contento e disse 'papa' mio...'. Agli occhi del bambino eravamo degli angeli ma sotto sotto eravamo dei lupi...”.
Poi, nel corso della deposizione, vengono raccontati i particolari raccapriccianti del sequestro. Il bambino viene messo in un furgone, un Fiorino, e ''legato come un animale''. ''Fifetto Cannella ci disse che il bambino doveva restare all'interno del Fiorino e che doveva essere legato. Lì, a tutti noi, è uscita quel poco di umanità che ci rimaneva e cosi' abbiamo avuto un inizio di colluttazione verbale. Ma Cannella ci richiamò all'ordine e alla fine abbiamo dovuto legare il bambino che cominciò a piangere e a chiamarci mentre era chiuso nel bagagliaio. Ci siamo avvicinati e gli abbiamo chiesto che cosa volesse e lui ci rispose che doveva andare in bagno. Ma non era così, il bambino aveva solo paura. Siamo rientrati in magazzino e lo abbiamo rassicurato dicendogli che all'indomani saremmo ritornati, così lo abbiamo legato come un animale".
Subito dopo il sequestro Spatuzza, insieme agli altri aguzzini, hanno lasciato il piccolo Giuseppe Di Matteo nel magazzino. "Siamo andati via e da quel momento non abbiamo più saputo niente".
Giuseppe Di Matteo venne strangolato e disciolto nell'acido l'11 gennaio del 1996, a 15 anni, su ordine diretto dell'ex boss Giovanni Brusca, oggi collaboratore di giustizia. Nel processo per il sequestro del bambino, una nuova tranche, davanti alla Cote d'Assise sono imputati: Giuseppe Graviano, Matteo Messina Denaro, lo stesso pentito Gaspare Spatuzza, Francesco Giuliano, Luigi Giacalone e Salvatore Benigno. La mamma del bambino, Franca Castellese, si è costituita con l'altro figlio parte civile nel processo.