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FIRENZE, 13 MAGGIO - E' morto Oliviero Beha, giornalista, scrittore, conduttore televisivo e radiofonico. Aveva 68 anni. Laureato in Lettere e in Filosofia, Beha aveva iniziato l'attivita' di giornalista nel 1973, collaborando con 'Tuttosport' e 'Paese Sera'. Nel 1976, era passato a 'Repubblica', dove e' stato inviato fino al 1985, occupandosi di sport e societa'.[MORE]
Nel 1987 e' approdato alla televisione, conducendo con Andrea Barbato la trasmissione culturale 'Va' pensiero'. Uno dei suoi maggiori successi e' stato il programma radiofonico, su Radiouno, 'Radio Zorro', di cui firmera' anche una versione televisiva, 'Video Zorro' su Rai 3.
Tra il '96 e il '97 Beha e' ancora in Rai con 'Attenti a quei tre', programma del palinsesto notturno. In seguito, torna a dedicarsi alla radio, prima con 'Radioacolori', poi 'Beha a colori', trasmissione radiofonica che viene soppressa nel settembre 2004. Oliviero Beha e' stato anche autore di testi teatrali, saggista e poeta. Tra il 2005 e il 2008 ha collaborato con l'Unita', e dal 2009 e' stato editorialista per il 'Fatto quotidiano'.
Chi è Oliviero Beha, nato a Firenze nel 1949, laureato in Italia in Lettere (Storia medioevale) e in Spagna in Filosofia (Storia d’America).
Inizio a fare il giornalista con TuttoSport e Paese Sera, del quale sono corrispondente da Milano.
Dal 1976 al 1985 sono a Repubblica, come inviato, dove mi occupo di sport e società, con inchieste in molte parti del mondo seguendo le manifestazioni sportive internazionali più importanti a partire dalle Olimpiadi.
Editorialista e commentatore anche politico per Rinascita, Il Messaggero e Il Mattino (e successivamente per l’Indipendente), nel 1987 inizio la mia attività televisiva con Andrea Barbato conducendo “Va’ pensiero”, un contenitore culturale in onda su Raitre tutte le domeniche. Ancora per Raitre, nella stagione 89/’90, conduco sempre con Andrea Barbato, all’interno di “Fluff”, la “Gazzetta dello spot”, un’analisi critica del mondo della pubblicità.
Negli anni seguenti firmo, sempre per la Rai, inchieste e speciali televisivi in Italia e all’estero. Ancora per Raitre, nel 1991, progetto e realizzo “Un terno al lotto”, il primo programma televisivo dove domanda ed offerta di lavoro potevano incontrarsi: in due mesi oltre 2.600 persone hanno trovato occupazione grazie alla trasmissione.
Nell’aprile 1992 dò vita a “Radio Zorro”, il programma di servizio di RadioRai più premiato negli ultimi anni: dopo tre stagioni di programmazione breve – venti minuti tutte le mattine sulle frequenze di Radiouno – nell’ottobre ’95 la trasmissione si fonde con lo storico “3131″. “Radio Zorro 3131″ diventa il caso radiofonico dell’anno: oltre 100 mila richieste di intervento piovono in redazione da tutta Italia e nel corso dell’ora e mezza di diretta arrivano in media 300 telefonate.
Al successo radiofonico, che mi accredita come uno dei giornalisti più noti ed autorevoli nel panorama italiano della comunicazione, si lega quello televisivo: dal novembre ’95 al giugno ’96 conduco anche una versione televisiva di successo del programma: “Video Zorro”, prodotto dalla struttura di Videosapere, va in onda tutti i giorni, dalle 13,35 alle 13,55, su Raitre.
Dal giugno ’96 al luglio ’97 sono in onda con “Attenti a quei tre”, trasmissione del Palinsesto Notturno della Rai dedicata ai problemi della giustizia, in onda, su Rai Uno e Rai Tre, con tre appuntamenti settimanali.
Dal settembre 1998 sono di nuovo ai microfoni di Radiorai con “Radioacolori” in onda tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, su Radiouno, fino a quando – nel settembre 2004 – la tanto seguita trasmissione radiofonica viene improvvisamente soppressa.
Sono autore di testi teatrali rappresentati, in stagione e festival, di numerosi saggi e di raccolte di poesie, che hanno vinto diversi premi: con All’ultimo stadio il Selezione Bancarella, con Anni di cuoio il Chianciano, con Inverso il Selezione Viareggio e il Biella, con Ripercussioni il Capua-Mediterraneo, etc. Nel novembre 2008 vanno in scena “Volevo essere Pasolini e Italiopoli”.
Sono membro della sezione italiana del Club di Budapest.
Sono tuttora editorialista in riviste a diffusione internazionale nonché relatore in convegni prestigiosi sul linguaggio, la comunicazione, l’ambiente, le istituzioni, lo sport. Ho scritto per l’Unità fino al 2008 mentre nel 2009 ha avviato una collaborazione come editorialista del Fatto Quotidiano.
Ho vinto nel dicembre del 2000 il Premio “Mario Pastore – Giornalista per l’Ambiente” seconda edizione, indetto dalla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli).
Ho vinto ad ottobre 2001 il prestigioso premio Guidarello per il giornalismo d’autore per la radiofonia.
Dal 2001 al 2006 sono docente di “Sociologia dei processi culturali e comunicativi” alla Facoltà di Architettura Valle Giulia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Dal 2008 al 2010 ho commentato sul Tg3 delle 19.00, ogni domenica, il campionato di calcio e ogni fatto di costume parasportivo oltre che occuparmi delle manifestazioni internazionali più importanti come Olimpiadi e Mondiali.
Sono in onda dall’inizio del 2010 con il programma settimanale Brontolo, nella mattinata di Rai3, dedicato all’approfondimento di questioni politiche e sociali.
Il mio primo romanzo, Sono stato io (Marco Tropea Editore, tre edizioni), è in libreria nel 2004.
L’anno dopo pubblico Crescete & Prostituitevi (BUR) e Trilogia della Censura (Avagliano Editore).
Nel 2006 è la volta di Diario di uno spaventapasseri (Marco Tropea Editore) e Indagine sul calcio (BUR, Oliviero Beha e Andrea Di Caro).
Segue Italiopoli nel 2007 (Chiarelettere, prefazione di Beppe Grillo) e Il Paziente Italiano (Avagliano Editore) nel 2008.
Nel 2009 pubblica il romanzo Eros Terminal (Garzanti editore) e nel 2010 Dopo di lui il Diluvio (Chiarelettere) .
Nel 2011 pubblico Meteko, una raccolta di poesie che riceverà anche il Premio Laudomia Bonanni, e Il calcio alla sbarra insieme a Andrea di Caro (Bur).
Nel 2012 esce in libreria il mio libro “Il culo e lo stivale” di cui Franco Battiato scrive nell’introduzione: “Questo libro di Oliviero Beha è uno di quelli che lasciano il segno. Con la freddezza di un chirurgo, fa un’analisi caustica e spietata, prendendo di mira i paradigmi della cultura contemporanea: la politica, la televisione (e la Rai), la pubblicità.”