Ginevra 2, ancora dubbi sulla presenza dei ribelli siriani ai colloqui di pace
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GINEVRA, 13 GENNAIO 2014 – La Gran Bretagna e altri paesi occidentali stanno facendo pressioni sul principale blocco d'opposizione siriano, affinché prenda parte ai colloqui di pace e porre fine alla guerra civile contro il regime di Assad. Tra i paesi che premono sulla presenza della Coalizione Nazionale Siriana, per il tema più caldo di Ginevra 2: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia, Turchia, Germania, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Egitto e Giordania. Il ministro britannico Hugh Robertson ha dichiarato che non c'è altra condizione utile per poter discutere della questione e raggiungere una soluzione pacifica. La Coalizione frattanto ha fatto sapere che prenderà una decisione entro il 17 gennaio, appena cinque giorni prima l'inizio dei colloqui. Pare che i ribelli vogliano una garanzia riguardo la fine del regime di Assad. I membri della Coalizione sono in realtà divisi sulla partecipazione, con alcuni gruppi pronti a lasciare in caso di un Sì. Rappresentanti del partito di Assad presiederanno invece gli incontri, e la fine del regime non è una opzione certa.
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«Nessuno sottovaluta le difficoltà di raggiungere un accordo a Ginevra, ma se si dispone almeno di un accordo di pace e se saranno presenti entrambe le parti, quantomeno si può cominciare a compiere primi passi», ha spiegato Roberson. Resta tesa comunque la situazione in Siria, con gruppi ribelli legati ad al-Qaeda che continuano a scontrarsi nel nord del paese. Il mese scorso, i paesi occidentali hanno tagliato gli aiuti “non letali” alla Siria, e il blocco rimarrà finché non si è sicuri che gli aiuti non cadano nelle mani dei gruppi terroristici.
«Se fallisce Ginevra, ci fermeremo, cercheremo di capire i perché, e ci riorganizzeremo», ha concluso Robertson.
Foto: aljazeera.com
Dino Buonaiuto