Gezi Park, il tribunale respinge le accuse contro 26 manifestanti
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ISTANBUL, 11 FEBBRAIO 2014 – Nella giornata di ieri, 10 febbraio 2014, un tribunale di Istanbul ha respinto le accuse contro alcuni membri del principale gruppo di attivisti delle manifestazioni di Gezi Park della scorsa estate, sulla base del fatto che l'accusa non era riuscita ad indicare in sostanza quali leggi i sospettati avessero realmente violato. Il giudice ha di conseguenza rispedito il file di sei pagine all'ufficio dei procuratori per il “completamento delle parti mancanti”. I 26 membri della piattaforma “Solidarietà per Taksim” avrebbero dovuto scontare ciascuno fino a 29 anni di carcere, con diversi capi di accusa tra i quali aver fondato una organizzazione criminale, violato l'ordine pubblico e organizzato manifestazioni illegali attraverso i social media. La corte ha ritenuto poco chiare le argomentazioni, in particolare non si specificava contro quali leggi la piattaforma era nata e per commettere quali crimini. Anche la stessa resistenza a pubblico ufficiale non presentava alcuna prova di coercizione fisica, né identificava alcun nominativo di funzionario che sarebbe stato sottoposto a violenze o minacce.
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I manifestanti, tra cui medici, architetti e ingegneri, sono stati arrestati l'8 luglio 2013. Tra di loro anche figure che avevano intrattenuto colloqui, al tempo, con il primo ministro Erdogan, per cercare di trovare una risoluzione pacifica agli eventi. Il giorno dell'arresto, la polizia aveva riaperto il parco al pubblico, dopo che era stato preventivamente chiuso per diversi giorni. La piattaforma si era quindi impegnata ad invitare la gente a ripopolare il parco, attraverso Facebook e Twitter.
Un caso simile si era già verificato lo scorso settembre, quando 23 persone erano state arrestate, ed erano stati mostrati come capi d'accusa maschere, caschi, aceto, soluzioni e bende, tutto per lo più utilizzato per la protezione dai gas lacrimogeni.
Foto: hurryietdailynews.com
Dino Buonaiuto (corrispondente dalla Turchia)