Funerali Pino Daniele, la folla abbraccia Piazza Plebiscito e le polemiche restano fuori. Foto-Video
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Ed in questi tre giorni ricchi di polemiche meridionaliste, leghiste, familiari e tanto altro ancora, la piazza si spegne in silenzio ad ascoltare le parole del Cardinale Crescenzio Sepe, del parroco Renzo che ha svolto la cerimonia funebre questa mattina nei pressi di Roma. Parole a volte banali ma semplici: Pino è e resterà un simbolo di passione, riscatto e speranza per tutti i giovani partenopei.[MORE]
Dopo l'omelia celebrativa partono direttamente le note di “Napule è” ed altro che carta sporca, la città piange, si commuove ed urla tutto il suo dispiacere per la scomparsa di Pino Daniele e lo fa cantando: a squarciagola o sussurrando quelle poesie indimenticabili. Ci sono famiglie intere, coppie anziane, giovani e meno giovani che nonostante tutto hanno fatto il possibile per esserci.
I RICORDI TRA LA FOLLA “Le sue canzoni mi facevano sentire a casa quando lavoravo in Germania- mi racconta Claudio, 37enne che vive a Milano. Ascoltare quelle parole vere e sincere mi rincuorava ed è un ricordo piacevole che porterò per sempre con me. Più siamo lontani e più ci sentiamo legati alla nostra cultura e lui fa parte di essa esattamente come Totò o Eduardo De Filippo”
“E nun fa' nient, staser nun mangiamm. Oggi sciopera anche la cucina” con un tono allegro e socievole esordisce Gianna, casalinga partenopea cinquantenne, cresciuta con gli album di Pino sparsi qua e là per casa, che non poteva mancare in questa piazza. “A casa mia, Pino è un'istituzione ed anche se piove o fa freddo noi siamo qui e non potevamo fare altrimenti."
“A Napoli, Pino Daniele puoi anche non amarlo eh, è concesso anche questo. Ma è inevitabile conoscere le sue canzoni, i suoi giri di chitarra e le sue fantastiche metafore quotidiane – mi spiega Marco, 25enne- Mio padre in macchina e a casa lo fischietta continuamente, come se fosse un mantra di ogni generazione che avanza. E così pure io, neanche tanto spontaneamente ho iniziato ad amare quei versi, anche se non sono nato negli anni d'oro della sua carriera”.
Ed infatti quando sei una città ed in un piazza pronta a contenere 100 mila voci come stasera, è davvero difficile trovare le parole giuste per raccontare, scegliere il giusto tono commemorativo e capire come ne esce Napoli da tutta questa storia. Ci ho provato ma non ci sono riuscita. E così quando non trovo le parole io sono sempre sicura di rifugiarmi nelle tue.
“Pecchè senz ' e te me sient, nun se ver manc 'a luna. Pecchè senz 'e te to giur je nun crer chiù a nisciun.
A nisciun, a nisciun. "
Ciao Pino.
Foto Viedo ed articolo di Nicoletta de Vita