Fukushima: tempi sempre più lunghi per una soluzione definitiva
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Fukushima: tempi sempre più lunghi per una soluzione definitiva

mercoledì 18 maggio, 2011

Tokyo- Sono passati più di due mesi dal terribile tsunami che ha colpito il Giappone e mandato in tilt la centrale nucleare di Fukushima, ma se il peggio sembra oramai scongiurato, non si può di certo ancora dire che la situazione sia sotto controllo. Si allungano sempre di più, infatti, i tempi per dichiarare la crisi definitivamente risolta, mentre slittano le date stabilite dalla precisa tabella di marcia che il primo Ministro Naoto Kan aveva stabilito in accordo con la Tepco (l’azienda elettrica che gestisce la centrale) per la messa in sicurezza dei tre reattori. [MORE]


Il governo continua ad assicurare che la chiusura definitiva avverrà entro gennaio 2012, ma a causa dei problemi che continuano ad emergere, gli esperti sembrerebbero sempre più scettici riguardo la possibilità di rispettare i tempi. La Tepco avrebbe oramai rinunciato a raffreddare definitivamente i reattori allagandoli, e l’alternativa scelta sarebbe stata quella di far circolare per l'impianto l'acqua radioattiva che si è accumulata in queste settimane, con un’operazione che sta facendo lievitare incredibilmente i costi. L'azienda ha annunciato inoltre la creazione di un sistema di monitoraggio per verificare i livelli di radioattività dell'acqua marina nel tratto di costa circostante e la costruzione di una barriera sotterranea per cercare di scongiurare nuove infiltrazioni pericolose. Lo stato della centrale  sarà oggetto di sopralluogo la prossima settimana da parte degli incaricati dell’agenzia internazionale per la sicurezza atomica.


Intanto il malcontento della popolazione cresce; per contenere i malumori generali, il governo ha deciso di riconoscere alla popolazione colpita dall’incidente lo status di "vittime di una politica nazionale", ammettendo quindi di fatto il passato sostegno pubblico alla diffusione dell'energia atomica. Grazie a questo particolare status, i cittadini potranno accedere ad un fondo speciale di aiuti pubblici che il Parlamento sarà chiamato a varare nelle prossime settimane, il cui punto centrale resterebbe la costruzione di alloggi per gli sfollati.

Simona Peluso
 


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