Francia: disabile senza braccia e gambe attraversa a nuoto il canale della Manica
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Francia: disabile senza braccia e gambe attraversa a nuoto il canale della Manica

domenica 19 settembre, 2010

Philippe Croizon, 42 anni, amputato di gambe e braccia a causa di un incidente domestico, ha deciso di non darsi per vinto e si è lanciato in una traversata a nuoto del canale della Manica. Il suo sforzo potrebbe valere un’impresa storica, mai tentata da nessuno prima d’ora.L’uomo è partito ieri mattina alle ore 8.00, tuffandosi in mare dalla costa di Folkestone, città dell’Inghilterra meridionale.[MORE] La presenza di un giudice, che ha dato il via alla coraggiosa iniziativa, attesterà l’ufficialità dell’impresa, la quale dovrebbe avere una durata di circa 24 ore. Philippe, infatti, è atteso sulla costa francese, nel tratto compreso tra Wissant e Capo Griz-Nez, per le prime ore del mattino di domani.

Due anni di duri allenamenti e una costante preparazione per arrivare addestrato all’appuntamento con il destino. Una sfida contro la natura e contro la sorte che 16 anni prima gli aveva fatto perdere tutti e quattro gli arti. Infatti, Croizon, ex operaio metalmeccanico, rimase vittima di un incidente in casa nel marzo del 1994. Si trovava sul tetto di casa, intento a smontare un’antenna televisiva, quando fu trafitto da alcune scariche elettriche da 20mila volt e gli vennero amputate braccia e gambe.

Nella stessa situazione – bloccato a letto senza poter camminare né mangiare con le proprie mani – molti si sarebbero arresi, mentre l’intrepido nuotatore, padre di due figli, non si è fatto scoraggiare e si è lentamente preparato, mentalmente e fisicamente, a sfidare la forza del mare per scrivere il suo nome nella storia. Ha così brevettato e fatto costruire due protesi dotate di pinne per potersi muovere in acqua e si è allenato a rimanere in equilibrio con i monconi di braccio per non soffrire il mal di mare. Nuota a una velocità di 3 km/h, mentre un nuotatore non disabile raggiunge i 5 km/h.

Un’impresa che lascerà molti con il fiato sospeso, ma che soprattutto lancia un messaggio forte verso chi si trova a lottare con disabilità di ogni tipo: mai arrendersi, perché siamo noi a scrivere il nostro destino.
 


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