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ROMA, 16 FEBBRAIO - Sono ancora Le Iene a rincarare la dose nella vicenda dei mancati rimborsi ad opera di alcuni esponenti 5 Stelle. La trasmissione in onda su Italia 1 ha ieri pubblicato la seconda puntata dell'inchiesta, sostenendo che i parlamentari "infedeli" siano quattordici anziché dieci. Luigi Di Maio, dal canto suo, sostiene invece che si tratti soltanto di otto esponenti e lo fa stilando una vera e propria lista dei grillini sospettati. [MORE]
È lo stesso Di Maio a tirar fuori dal polverone, garantendone l'estraneità ai fatti, la senatrice Barbara Lezzi e la deputata Giulia Sarti. Due nomi importanti, salvati - a detta di alcuni - perché indispensabili alla politica del Movimento. Nel caso della Sarti, poi, la situazione si infittisce: la deputata sostiene che i mancati rimborsi che le vengono contestati sarebbero opera dell'ex fidanzato, tale Bogdan Andrea Tibusche. Bogdan, che nella vita fa il consulente informatico, avrebbe avuto il compito di occuparsi, con il consenso della Sarti, della gestione della contabilità della deputata, comprese anche le restituzioni al fondo del microcredito.
Soltanto martedì sera la Sarti si sarebbe accorta della situazione rimborsi, giustificandosi così nella denuncia a carico dell'ex fidanzato: "Voglio precisare che Bogdan mi aveva avvisato che non avrebbe fatto i versamenti in maniera puntuale perché quelle somme di denaro gli servivano urgentemente per curarsi, ma ero convinta che avrebbe fatto i versamenti in un secondo momento".
Intanto, parallelamente alla questione rimborsi, emerge per i 5 Stelle anche la vicenda massoni. Dopo il caso di Lello Vitiello a Castellammare di Stabia, ieri sono stati scoperti altri due massoni nelle fila del Movimento. Si tratta di Piero Landi, candidato a Lucca alla Camera e iscritto alla loggia Francesco Burlamacchi, e di Bruno Azzerboni, candidato in Calabria. Un'altra grana che si aggiunge a quella dei rimborsi, alla vigilia di un voto rovente.
Claudio Canzone
Fonte foto: ilpost.it