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ROMA, 29 AGOSTO 2011 – Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime di crescita dell'Italia, sostenendo che nel 2011 il Pil italiano avanzerà dello 0,8%, 0,2 punti percentuali in meno delle stime di giugno, e nel 2012 la crescita rallenterà allo 0,7%, cioé 0,6 punti in meno rispetto alle precedenti previsioni.[MORE]
Come ha affermato il FMI, "L'Italia recentemente ha molto rafforzato il proprio programma fiscale di medio periodo. Il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013, che è l'obiettivo del governo, richiederebbe alcune misure addizionali. La recente stretta adottata dall'Italia e l'impegno a portare avanti alcune delle misure per il consolidamento di bilancio varate a luglio sono benvenuti".
Oltre a tagliare le stime per l’Italia, Il Fondo Monetario Internazionale ha proceduto a farlo anche per l’Eurozona: mel 2011 la crescita si fermerà all'1,9%, 0,1 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di giugno scorso, mentre per il 2012 la revisione al ribasso è di 0,3 punti all'1,4%.
Come si sottolinea nella bozza del World Economic Outlook, "L'attività globale si è indebolita ed è divenuta più squilibrata e i rischi al ribasso sono aumentati.Entro la fine della prima metà del 2011 la maggior parte di economie sono tornate vicine ai livelli di produzione di prima della crisi. Ciò riguarda molte delle economie avanzate e di quelle emergenti che sono state colpite fortemente dalla crisi. Tuttavia l'Italia e la Spagna continuano ad essere in ritardo. La produzione persa nell'area euro e negli Usa durante la crisi non sarà recuperata". Alla BCE consiglia di “tenere i tassi fermi agli attuali bassi livelli visto che le pressioni inflazionistiche diminuiscono e aumentano i rischi causati dalle tensioni sui debiti sovrani e sui mercati finanziari".
Come spiegano gli esperti, occorre tener presente una serie di fragilità strutturali che ancora non sono state risolte. Inoltre, quest’anno l’economia internazionale ha subito dei brutti colpi: il terremoto e tsunami in Giappone, le tensioni in alcuni paesi produttori di petrolio e la grande turbolenza finanziaria dell'area euro.
Per il FMI, i principali rischi possono arrivare dall’Eurozona (a causa del rischio del debito sovrano e dell’effetto domino) e dagli Usa ( per i rischi che si potrebbero avere da uno stallo politico sulle misure di bilancio, da un mercato immobiliare debole, dall'aumento dei tassi di risparmio delle famiglie o dal peggioramento delle condizioni finanziarie).
Il FMI ribadisce che,"ognuna di queste due eventualità avrebbe gravi ripercussioni per la crescita globale".
Rosy Merola