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Femminicidio: il Senato approva il reato autonomo con pena dell’ergastolo

Redazione
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Femminicidio: il Senato approva il reato autonomo con pena dell’ergastolo
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Un passo storico contro la violenza di genere: cosa cambia con il nuovo disegno di legge

Il femminicidio entra ufficialmente nel Codice penale italiano come reato autonomo, con una definizione più chiara e una pena che può arrivare all’ergastolo. Il Senato ha approvato all’unanimità il disegno di legge, segnando un momento di forte unità politica su un tema che tocca profondamente la società italiana. Presenti 161 senatori: 161 voti favorevoli, un applauso unanime in aula. Il presidente Ignazio La Russa ha sottolineato l’importanza dell’accordo trasversale: «Sui temi importanti il Senato sa esprimersi senza distinzioni di appartenenza».

Anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso soddisfazione: «L’Italia è tra le prime nazioni a riconoscere il femminicidio come reato specifico. Un passo concreto per combattere una piaga intollerabile».

Cosa prevede il nuovo reato di femminicidio

Il reato di femminicidio, così come definito nel testo approvato, non si limita più alla semplice qualificazione dell’omicidio. Si tratta di un crimine motivato dall’odio o dalla discriminazione verso una persona in quanto donna, oppure dalla reazione al rifiuto di intraprendere o proseguire una relazione affettiva.

La definizione è stata ampliata per includere situazioni sempre più frequenti in cui la violenza esplode a seguito del "no" della donna, come nel caso di relazioni terminate o respinte. Inoltre, è incluso anche il rifiuto della donna a subire condizioni di soggezione o limitazione della propria libertà individuale, con una formulazione che abbraccia anche chi si identifica come donna, indipendentemente dai dati anagrafici.

Questa estensione è frutto di un confronto serrato tra maggioranza e opposizione, che ha portato all’inserimento di un elemento centrale: la dimensione relazionale e affettiva della violenza, spesso alla base degli omicidi di genere.

Aiuti agli orfani e alle vittime sopravvissute

Una delle novità più significative riguarda il sostegno concreto agli orfani di femminicidio. Il provvedimento stanzia 10 milioni di euro per l’assistenza dei minori che hanno perso la madre a causa di un omicidio di genere. Ma non solo: il beneficio si estende anche ai figli di donne sopravvissute a tentativi di femminicidio, qualora la gravità delle lesioni le abbia rese incapaci di prendersi cura dei propri figli.

Inoltre, gli aiuti saranno garantiti anche se tra l'autore del delitto e la vittima non c'era un legame affettivo, né presente né passato. Un riconoscimento della complessità delle dinamiche violente e un segnale di attenzione alle vittime indirette di queste tragedie.

Critiche e punti da migliorare: la voce delle opposizioni

Nonostante il voto favorevole, le forze di opposizione — Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle — non hanno mancato di evidenziare lacune significative nel testo approvato. Tra le criticità segnalate:

  • l’assenza di un piano strutturato di prevenzione;
  • la mancanza di investimenti su educazione affettiva e sentimentale;
  • il bisogno di un cambio culturale profondo, non solo legislativo.

La senatrice Ilaria Cucchi ha ricordato che la proposta di legge di Avs per introdurre corsi di educazione sentimentale nelle scuole è già stata depositata e sarà calendarizzata dopo la pausa estiva.

Un fronte comune per combattere la violenza

Il nuovo disegno di legge sembra raccogliere l’appello all’unità lanciato a maggio dalla segretaria del PD, Elly Schlein, dopo il tragico omicidio della giovane Martina Carbonaro ad Afragola. Una morte che aveva scosso anche Giorgia Meloni, spingendola a promettere un impegno condiviso: «Dobbiamo fare di più, tutti insieme. Per Martina. Per tutte».

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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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