Evaso Filippo De Cristofaro: uccise la skipper Annarita Curina 26 anni fa
Cronaca Toscana

Evaso Filippo De Cristofaro: uccise la skipper Annarita Curina 26 anni fa

lunedì 28 aprile, 2014

LIVORNO, 28 APRILE 2014 - E' evaso dal carcere ed è ricercato in tutta Italia il detenuto Filippo De Cristofaro, il milanese condannato all'ergastolo nel 1988 per aver ucciso la skipper marchigiana Annarita Curina, in uno dei gialli più clamorosi del nostro paese, conosciuto anche come il "Delitto del catamarano".

De Cristofaro aveva avuto tre giorni di libertà per Pasqua grazie ad un permesso premio, ma non è più rientrato nel carcere di Porto Azzurro, nell'Isola d'Elba, e le ricerche sono state avviate su tutto il territorio nazionale. L'ergastolano già ha un precedente per evasione risalente a sette anni fa, quando riuscì a fuggire dal carcere milanese di Opera, e fu ricatturato ad Utrecht, dove risiedeva Diana Beyer, sua amante e complice nell' '88 quando aveva ancora 17 anni, coinvolta dallo stesso De Cristofaro nell'omicidio della Curina.

Il 28 giugno del 1988 fu ritrovato su un peschereccio il cadavere di una donna di 35 anni, Annarita Curina, una skipper amante del mare che aveva acquistato il catamarano Arx, a bordo del quale partì, il 10 giugno dal porto di Ancona, per dirigersi alle Isole Baleari, insieme ad un uomo e ad una ragazza olandese.

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E' il 19 agosto 1988 quando la polizia tunisina arrestò gli altri due componenti del catamarano, in fuga su un cavallo nel deserto della Tunisia: Filippo De Cristofaro, 34 anni e Diana Beyer, 17 anni. Entrambi amanti, avevano intenzione di rubare il catamarano ad Annarita e navigare verso la Polinesia. Per farlo potevano soltanto uccidere la donna, ed è ciò che De Cristofaro fece, a colpi di machete, dopo solo un giorno di navigazione.

Una volta estradato in Italia, De Cristofaro incolpò l'amante Diana Beyer dell'omicidio, indicanto come movente la gelosia nei suoi confronti. Ma non fu creduto, e da allora il "Rambo dei Mari", come fu ribattezzato dalla stampa dell'epoca, fu condannato prima a 30 anni in primo grado, e poi all'ergastolo nel carcere di Opera, da cui riuscì ad evadere, poi trafserito in quello di Livorno dove, sette anni dopo, ha ripetuto la stessa "impresa".

Foto: Il Messaggero

Valentina D'Andrea


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