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25 FEBBRAIO - Serata storta al Madrigal per gli azzurri di Mazzarri: la squadra partenopea abbandona i sogni europei dopo aver avuto per lungo tempo la qualificazione in mano.Il Napoli si presenta in campo con un nutrito turnover: cinque i nomi nuovi, fra cui si segnala anche l’esordio con la nuova maglia del giovane spagnolo Ruiz.[MORE]
I cambi però non compromettono la solita aggressività della squadra, che si scatena in pressione fin dall’inizio: perfino Sosa, di solito piuttosto svogliato, si spreme in un grande lavoro di sacrificio. Il Villareal invece cerca di tenere il pallino del gioco, ma non è agevolato da una certa imprecisione dei suoi palleggiatori: l’unico che sa sempre cosa fare è un instancabile Borja Valero (migliore in campo a fine gara), che oltre a ragionare sa anche pungere con tiri velenosissimi da fuori area (che raggiungono sempre lo specchio della porta, facendo tremare le gambe già ballerine di De Sanctis).
Tuttavia, nella prima mezz’ora le occasioni migliori sono tutte per il Napoli: al 6°, Lavezzi viene imbeccato centralmente da un traversone basso dalla sinistra, avrebbe tutto il tempo per stoppare ma invece preferisce tirare di prima. Scelta sbagliata: apre troppo il piattone e la palla finisce a lato; al 17°, dagli sviluppi di un calcio d’angolo, arriva il vantaggio: Lavezzi crossa al centro, la difesa avversaria sale male, e Hamsik sbuca da dietro e tuffandosi insacca il pallone di testa.
Lo slovacco (capitano, per l’assenza di Cannavaro) si dirige verso lo spicchio di stadio che ospita i tifosi napoletani, ma l’entusiasmo è letteralmente travolgente perché la balaustra di contenimento cede pericolosamente: fortunatamente ci saranno solo pochi contusi lievi.
Il primo goal sblocca la partita, ma in campo regna ancora troppa frenesia, da entrambe le parti.
Comunque è ancora il Napoli a sfiorare il raddoppio (che a questo punto meriterebbe): al 27° ancora Lavezzi viene lanciato in campo aperto da Sosa, grande corsa del pocho per seminare gli avversari ma come spesso gli capita arriva di fronte al portiere poco lucido e così spara in braccio a Diego Lopez.
Improvvisamente il Napoli comincia a peccare un po’ di leziosità, ma è soprattutto la sfortuna a mettersi d’impegno per risvegliare un Villareal fino ad allora sonnecchiante e che invece in meno di cinque minuti, sulle ali dell’entusiasmo, trova addirittura un immeritato vantaggio: al 42° un fortunoso rimpallo crea un buco centrale nella difesa azzurra, Borja Valero ne approfitta per lanciare Nilmar, che lascia partire un preciso diagonale dalla destra, ad incrociare sull’altro palo, nulla da fare per De Sanctis; quattro minuti dopo, Yebda perde ingenuamente palla a centrocampo, il solito Borja Valero imbecca Rossi: tiraccio che trova la deviazione di Zuniga, il pallone si impenna e beffa ancora De Sanctis.
Ci sarebbe tutto il secondo tempo per raddrizzare la qualificazione, anche perché al Napoli, non avendo subito reti in casa, basterebbe un solo goal per completare l’impresa. Ma i giocatori tornano in campo con un sentimento che svaria tra l’esasperazione e la disperazione, in breve poco tranquilli: molti gli errori in impostazione e ancor di più in fase di alleggerimento, con insospettabili come Hamsik e Pazienza che perdono palloni che scottano in mezzo al campo, dando sfogo alle temibili ripartenze del sottomarino giallo.
Il canovaccio della ripresa è questo, con il Napoli che cerca di dirigere il gioco e il Villareal che scappa in contropiede: eppure, nonostante le imprecisioni e i rischi corsi sulle accelerazioni avversarie, sono ancora gli azzurri a recriminare contro la sfiga (come la definirà lo stesso Mazzarri nel post-partita, senza usare mezzi termini).
La raccolta di episodi sfortunati, infatti, si arricchisce anche di due legni: il primo colpito da Cavani (ottimo il suo impatto entrando a partita in corso) che, defilato sulla destra, incrocia il tiro benissimo, ma raggiungendo appunto solo il palo; il secondo ha addirittura dell’incredibile, perché Lavezzi riesce nell’impresa poco gratificante di centrare il primo palo direttamente da calcio d’angolo, battuto di destro dalla destra.
Sui sonori pali della porta difesa da Diego Lopez si spengono le residue speranze di un Napoli apparso anche in debito d’ossigeno a fine gara: la preoccupazione, adesso che l’Europa è partita senza avere nemmeno l’accortezza di salutare, ricade infatti sul campionato, sperando che gli Azzurri ricaricano le energie per il posticipo di lunedì sera contro il Milan capoclassifica.