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MILANO, 07 GENNAIO 2012- A pagina 66 del prospetto informativo relativo all'aumento di capitale che Unicredit sottopone ai suoi investitori si legge, “Le preoccupazioni relative all’aggravarsi della situazione del debito sovrano dei Paesi dell’Area Euro potrebbero portare alla reintroduzione, in uno o più Paesi dell’Area Euro di valute nazionali o, in circostanze particolarmente gravi, all’abbandono dell’Euro”. Naturalmente, Unicredit precisa che, quanto affermato nel paragrafo, “Rischi connessi alla crisi del debito dell’area euro” costituisce semplicemente, “Una forma di tutela legale contro un rischio di carattere sistemico”. [MORE]
Sta di fatto che, se il secondo gruppo bancario italiano (il quale, secondo i dati di uno studio di Ricerche & Studi di Mediobanca sui bilanci semestrali dei più importanti studi di credito, al 30 giugno era esposta in titoli di Stato italiani per 38,6 miliardi di euro e verso l'estero presenta un'esposizione di 56 milioni verso il Portogallo; 50 milioni verso l'Irlanda; 404 milioni verso la Grecia; 1,9 miliardi verso la Spagna) lancia un monito simile, la cosa non può lasciare indifferenti.
A tutto ciò occorre evidenziare anche che Unicredit, nelle ultime sedute di Piazza Affari, si è guadagnata la maglia nera per la peggiore performance del listino principale, bruciando in due giorni più di 3,5% di miliardi di euro e inducendo la Consob ad avviare degli accertamenti per verificare che non ci siano state delle violazioni sulle vendite allo scoperto (secondo ambienti finanziari i responsabili sarebbero gli hedge fund stranieri, molto attivi sul titolo), visto l'andamento del suddetto titolo. Così, quella che è solo una semplice ipotesi contenuta in un prospetto informativo, rischia di destabilizzare i già sfiduciati mercati finaziari. Con lo spread Btp-bond che ieri a chiuso a 527,3 e il rendimento del decennale che resta sul livello di non ritorno al 7,13%.
A sottolineare ancora di più il momento difficile che sta attraversando l'euro, che il primo gennaio ha compiuto 10 anni, i vari appuntamenti che si stanno susseguendo fra i vari Leader dell'Eurozona, tra cui quello di Mario Monti, il quale poco fa, prima di ritornare in Italia dalla sua visita a Parigi, ha dichiarato alla tv France 24, "Affinché l'Italia, la Francia e gli altri paesi possano essere al riparo dalle enormi perturbazioni dei mercati, bisogna poi che l'Europa tutta insieme faccia il proprio dovere di accelerare questo meccanismo di sostegno alla zona euro nel suo insieme. In questo, la cooperazione con la Francia è di primaria importanza".
In merito all'Eurozona, Monti ha, inoltre, aggiunto, "L'Unione europea ha ormai il proprio destino nelle sue mani e per salvare l'eurozona devono essere messe in atto le decisioni rapidamente e collettivamente perché tutti possano beneficiare degli sforzi compiuti all'insegna dell'integrazione europea. Insomma tutti gli stati, nessuno escluso, devono fare i compiti a casa, ma l'Europa è come un alpinista che cammina sul crinale, molto molto pericoloso . Può farcela, ritrovando maggiore competitività, capacità di crescita e fiducia. Ma deve evitare il modello Penelope, finanziando le politiche per la crescita con il disavanzo e disfando di notte ciò che fa di giorno".
E così, come era già stato evidenziato in precedenza, il 2012 si profila essere un anno cruciale per l'esistenza stessa dell'euro.
(Fonti: Ansa, Corriere della Sera, Il fatto Quotidiano)
Rosy Merola