Estate, riposo, ma anche qualche pensiero profondo!
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Sole, mare, montagna e per un po’ un pensiero profondo! Buona lettura. Non è un paradosso, ma è la realtà: l’uomo chiamato in qualsiasi modo dal Signore, se pronto a lasciare il mondo e le dipendenze di ogni sua brillante teoria, potrà assumere la guida di un cambiamento altrimenti difficile da raggiungere. Quando il ”Maestro” sceglie un qualcuno si mette in moto un pezzo di cielo che provoca di sicuro reazioni a più quote. Scattano nell’immediato mille gelosie all’interno degli stessi credenti, consacrati e non. L’interessato viene lodato, ma anche avversato, se non criticato e beffeggiato. È difficile oggi che si riconosca l’investitura divina, anche per la continua presenza di “bufale” montate spesso da falsi fedeli, proiettati magari solo a “carpire” la generosità altrui. Comunque il tempo fa sempre emergere la verità delle cose, affondando le ambiguità e le avversioni costruite a tavolino.[MORE]
Cosa succede nel momento in cui avviene una chiamata dal cielo? È lecito porsi una domanda del genere o nell’era di internet è da considerarsi un modo qualunque per costruire dibattiti surreali? La tentazione è questa. Qui però c’è la debolezza più tragica dell’uomo. Una strada da percorrere nel nome del progresso diventa così non solo strumento necessario di conoscenza e di formazione, ma anche un motivo per eliminare “l’essenziale” dell’insegnamento evangelico. Un bluff con sé stessi e quanto vi ruota attorno. Non si capisce che prima o poi il mondo andrà a sbattere contro tutto quello che ha messo in piedi, pur ammorbidendo i vari contesti irrequieti per garantire il potere di turno. I maestri della terra non vanno confusi con quelli del cielo.
Scrive in proposito Mons. Di Bruno: “Ogni altro maestro della terra, anche se sceglie i suoi discepoli o viene da essi scelto come loro maestro, non trae fuori dal mondo. Sceglie, ma non dal mondo. Sceglie, ma essi restano mondo, come lui è mondo. Erano prima del principe di questo mondo, rimangono anche dopo. Per Satana non vi è alcuna differenza tra il prima e il dopo. Anche se un maestro li ha scelti o essi lo hanno scelto, la loro appartenenza è sempre al mondo. Non sono usciti dal mondo”. Chi invece per volere divino esce dal mondo, rimane nel mondo, ma non è del mondo. La gioia cristiana, quando questa grazia tocca una comunità, dovrebbe contagiare ogni suo angolo. Poco conto il ruolo che si detiene. Non è lo status sociale che fa grande il vero uomo, ma la sua sapienza interiore.
Il mondo molte volte non gradisce gli uomini del Signore, per non rischiare di mettere in discussione l’impalcatura che il potere economico e politico ha fissato ovunque. Essa va affinata, truccata, arrotondata, ma non rinnovata nella sua sostanza. Con Gesù è stata la stessa cosa. I farisei avevano cercato di condurlo nel mondo, per governarlo e se mai utilizzarlo, ma non riuscendo lo hanno messo in croce. Anche oggi si vorrebbe un Cristo con la sua storia sociale, ma non con il suo insegnamento che viene dal Padre. Si vorrebbe un Cristo ben adagiato tra le falsità quotidiane. Una pratica ben consolidata in certi ambienti che tra l’altro fanno a gara ad applaudire il nostro Papa. Evidentemente si ascolta ciò che si vuole sentire e non quanto sia stato in verità trasmesso. Così non si cambia nulla! Solo chi esce dal mondo, perché chiamato dal Signore, qualsiasi sia la sua collocazione, potrà contribuire al suo vero e autentico rinnovamento.
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