Esplode un vulcanello: muoiono due fratellini in provincia di Agrigento
Cronaca Sicilia

Esplode un vulcanello: muoiono due fratellini in provincia di Agrigento

sabato 27 settembre, 2014

ARAGONA (AGRIGENTO), 27 SETTEMBRE 2014 - La visita alla riserva naturale di Macalube di Aragona, provincia di Agrigento, famosa per i suoi vulcanelli, doveva essere una giornata di festa ed invece per una famiglia di Joppolo Giancaxio si è rivelata una tragedia.

Stavano festeggiando il compleanno del piccolo di 9 anni quando un’esplosione improvvisa, quanto fatale, ha innalzato una colonna di fango che ha travolto due bambini ed il loro padre. Entrambi i bambini hanno perso la vita. Il padre, Rosario Mulone, 46 anni, carabiniere in servizio a Joppolo Giancaxio, una volta riuscito a riemergere dalla montagna di fango, ha cercato di trarre in salvo i due bambini, ma senza fortuna.

Sono subito scattate le ricerche, da parte dei soccorsi intervenuti sul posto, alle quali ha preso parte, nelle prime ore, anche il papà dei due piccoli. Il corpo senza vita della bambina è stato ritrovato quasi subito dai vigili del fuoco, ma purtroppo sono stati vani i tentavi di rianimarla. Il corpo del fratellino, invece, è stato rinvenuto poco dopo le 18.30. Durante le disperate ricerche sono stati utilizzati anche cani soccorritori. Due turisti americani che erano vicini al luogo dell’esplosione sono riusciti a mettersi in salvo. Le forze dell’ordine stanno controllando le automobili parcheggiate vicino la zona in modo da capire se ci potrebbero essere altri dispersi. L’esplosione è avvenuta in una zona in cui è consentito ai visitatori il libero passaggio.

 

Il fenomeno geologico dei "vulcanelli"

La riserva di Maccalube è uno dei posti di attrazione turistica presenti nella provincia di Agrigento famosa, per l’appunto, per questo fenomeno geologico definito vulcanesimo sedimentario. Nella fattispecie, si tratta di terreni argillosi, intercalati da livelli d’acqua salmastra che sovrastano bolle di gas metano sottoposto ad una certa pressione. Solitamente, questo genere di esplosione, chiamata anche “ribaltamento” viene preceduta da segnali ben visibili, quali crepe nel terreno, che consentono ai controllori della riserva di delimitare anzitempo le aree pericolose. Non è stato così oggi, con la tragica esplosione del vulcanello che ha travolto la famiglia.

 

 

Le accuse alla Regione del direttore della riserva

«Questa volta il fenomeno è accaduto all’improvviso – ha affermato Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia e direttore della riserva – perché in genere le zone in vui si formano crepe vengono chiuse al pubblico». Tuttavia, tali fenomeni geologici non sono mai stati monitorati con un apposito piano di osservazione: «La Regione – precisa, infatti, lo stesso Fontana – non ha mai finanziato i nostri progetti per mancanza di fondi».[MORE]

 

A tali accuse ha così replicato il dirigente generale del dipartimento Ambiente della Regione Sicilia, Gaetano Gullo: «L'area in cui è avvenuto la tragedia fa parte della riserva di Macalube, ma non è demaniale in quanto acquisita da Legambiente nell'ambito di un programma Life. Per quanto riguarda le centraline di monitoraggio, la Regione ogni anno stanzia dei fondi per le riserve, Legambiente ne gestisce sei e se le riteneva necessarie poteva comprarle». La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta e sul posto è presente il sostituto procuratore Carlo Cinque.

(Immagine da legambienteagrigento.com)

Giovanni Maria Elia

 


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