Ergastolo al killer di Diabolik: condanna definitiva per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli
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Ergastolo al killer di Diabolik: condanna definitiva per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli

mercoledì 26 marzo, 2025

Roma, l’ombra delle mafie sull’omicidio Diabolik: condannato all’ergastolo il killer dei Narco-Ultrà


ROMA – È arrivata la sentenza definitiva per il delitto che ha sconvolto la Capitale. Raul Esteban Calderon, alias Gustavo Aleandro Musumeci, è stato condannato all'ergastolo per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, storico leader degli Irriducibili della Lazio. La sentenza è stata pronunciata dalla terza Corte d'Assise di Roma, al termine di oltre cinque ore di camera di consiglio.


L’omicidio avvenne il 7 agosto 2019 nel Parco degli Acquedotti, un’esecuzione in pieno giorno, davanti a numerosi testimoni. Secondo l'accusa, si trattò di un agguato pianificato nei minimi dettagli, all'interno di un contesto di guerra tra gruppi criminali per il controllo delle piazze di spaccio nella Capitale.


Un’esecuzione con metodo mafioso, ma senza l’aggravante


I magistrati hanno accolto la richiesta dei PM Giuseppe Cascini, Luca Palazzi e Maurizio Ceraso, che avevano ricostruito l’intera dinamica dell’omicidio. Tuttavia, non è stata riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso, pur evidenziando elementi riconducibili a contesti criminali organizzati.


L’accusa ha descritto l’omicidio come un “avviso ai naviganti”, una punizione per l’eccessiva esposizione di Piscitelli all’interno delle dinamiche del narcotraffico romano. “Non era docile, si atteggiava lui stesso come un capo”, ha spiegato il PM Ceraso, sottolineando i legami di Diabolik con ambienti mafiosi e il suo ruolo di mediatore tra cosche rivali.


Il video e le prove decisive


Determinante è stato il video di una telecamera a circuito chiuso, che ha ripreso la scena dell’agguato e la fuga del killer. Il filmato ha mostrato un uomo atletico, alto, con una vistosa fasciatura al polpaccio destro, dove Calderon ha un tatuaggio riconoscibile.


Anche la testimonianza di Rina Bussone, ex compagna dell'imputato, collegata in videoconferenza da una località protetta nel settembre 2023, ha avuto un peso importante nel processo. “Lui mi disse: 'ho ammazzato Diabolik'”, ha riferito la donna ai giudici.


Calderon si dichiara innocente: “Accusa ingiusta


Nonostante la condanna, Calderon ha negato ogni responsabilità. In una memoria depositata a ottobre 2024, l’imputato si è detto “addolorato” per la morte di Piscitelli, auspicando che “venga fuori la verità” e che il colpevole “paghi con la giustizia”, proclamando la propria innocenza.


NarcoRoma: il lato oscuro della Capitale tra ultras, droga ed estremismo


L’omicidio di Piscitelli è solo l’ultimo tassello di un mosaico criminale inquietante. Il mondo ultras della curva Nord laziale si intreccia con ambienti neofascisti, mafiosi e narcotrafficanti. Un sottobosco in cui l’illegalità si fonde con l’ideologia, trasformando la violenza da stadio in braccio operativo del crimine organizzato.


La figura di Diabolik rappresentava proprio questo crocevia: dalla curva alle piazze di spaccio, dai saluti romani agli affari con la camorra e la mafia albanese. Non a caso, tra i suoi rapporti più stretti, emergono nomi pesanti come Michele Senese, boss della camorra, e Massimo Carminati, ex Banda della Magliana e protagonista di Mafia Capitale.


Criminalità e politica: le chat con Paolo Signorelli


A far discutere anche le conversazioni online tra Diabolik e Paolo Signorelli, futuro portavoce del ministro Lollobrigida, caratterizzate da contenuti antisemiti e inneggianti al terrorismo nero. Un dettaglio che rafforza l’idea di un humus tossico tra estremismo politico e criminalità romana.


L’allarme della Procura: narcotraffico e terrorismo


Il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, ha lanciato l’allarme: “Una forma di narcotraffico si sta legando nel territorio romano a organizzazioni terroristiche estremiste. Il rischio è la creazione di una saldatura pericolosa tra criminalità organizzata e ideologie radicali”.


Lo Voi ha sottolineato come la criminalità romana operi su più livelli, dalle forniture mafiose alle rotte dirette dal Sudamerica, con una straordinaria capacità di riciclaggio.


Mafia albanese e nuove alleanze criminali


Tra le principali forze in campo figura anche la cosiddetta mafia albanese, con cui Piscitelli era in affari. La commissione antimafia, presieduta da Chiara Colosimo, ha già richiesto un approfondimento specifico sulla “questione Roma” e sul ruolo crescente delle organizzazioni criminali straniere nel traffico di droga.


Conclusione: un delitto simbolo del potere criminale a Roma


L’omicidio Diabolik rappresenta un punto di non ritorno per la criminalità romana. Un’esecuzione esemplare, pensata per colpire e per ammonire. Ma se oggi il killer è stato assicurato alla giustizia, i mandanti restano nell’ombra. Le indagini proseguono, mentre Roma continua a fare i conti con il suo lato più oscuro.


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