Ennesimo caso di omofobia: si suicida un quindicenne
Cronaca Campania

Ennesimo caso di omofobia: si suicida un quindicenne

venerdì 23 novembre, 2012

NAPOLI, 23 NOVEMBRE 2012- Andrea ha quindici anni, un’età che dovrebbe regalarti spensieratezza, incondizionata allegria; l’età in cui ci si affaccia alla vita, si iniziano nuove esperienze, quelle che ti porterai addosso per tutta la vita, nel bene e nel male. Tutta la vita è però un modo di dire privo di senso nel caso di Andrea, perché lui un futuro non ce l’ha più e neanche le ferite potrà portarsi addosso, cucite nel profondo. La sua vita si è interrotta bruscamente in un giorno di novembre uguale a tanti altri, segnati da quella monotonia alla quale non ha retto. A condannarlo una brutale malattia, di quelle che la scienza proprio non può, non sa sconfiggere: la cattiveria, che, quando s’appaia con la più triviale superficialità, diviene un mix letale.[MORE]

Il sorriso di Andrea, però, si era spento da tempo e quello di martedì sera è stato l’ultimo, tragico atto d’una tragedia preannunciata. Si era spento perché i compagni di scuola lo prendevano in giro per le sue unghia laccate, per i suoi vestiti rosa. Si sono accaniti, come a volte solo i ragazzini sanno fare, senza che nessuno si potesse rendere conto di questa situazione, senza che neppure un insegnante, un adulto, riuscisse a percepire il grave stato di disagio in cui Andrea era costretto a vivere quotidianamente. Così non ha più retto e martedì scorso, poco dopo le 17, si è leagato una sciarpa al collo e si è tolto la vita. Quel peso che lo ha trascinato giù, il suo corpo appesantito dalle paroline captate qua e là, alle spalle, da quegli insulti gratutiti su facebook, da quell’emarginazione cui era condannato per delle ragioni che una mente sana proprio non riesce a figurarsi; e quel corpo, giovane, bello, è venuto giù, sotto il peso di una cattiveria che non gli apparteneva; si è lasciato attrarre verso il basso, privo di forza, ormai, con al collo un nodo che l’ha sopraffatto.

Andrea è morto di omofobia. E davvero qui non interessa sapere quale fosse realmente l’identità sessuale del ragazzo, sulla quale in queste ore si discute. Che Andrea fosse gay o no, non importa, per nessuna ragione, davvero, non importa. Che Andrea fosse innamorato di ragazzo, che amasse una coetanea, che adorasse il rosa, che gli piacesse il calcio. Non esiste fra queste nessuna ragione plausibile per morire, nessuna ragione per essere giudicato, etichettato come diverso, lasciato in un angolo di mondo a fare da spettatore, in un’età in cui bisognerebbe essere tutti protagonisti.

E non si parli di calunnie. Si calunnia qualcuno se, innocente, lo si accusa d’essere un assassino, se, onesto, lo si accusa di tradimento, se, sincero, lo si accusa di mentire. Se di un etero si dice che sia gay, si sta dicendo una bugia, non si sta calunniando nessuno.

(FOTO: l'Unità.it)

Emmanuela Tubelli
 


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