Elezioni Svezia, non c'è maggioranza. Estrema destra populista e socialdemocratici sotto le attese
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Elezioni Svezia, non c'è maggioranza. Estrema destra populista e socialdemocratici sotto le attese

lunedì 10 settembre, 2018

STOCCOLMA (SVEZIA) 10 SETEMBRE 2018 - I risultati delle elezioni svedesi hanno sorpreso: i socialdemocratici – colore del governo uscente – sono usciti da questa tornata elettorale come il primo partito, ma con una performance deludente dal momento che hanno ottenuto il 28,3% dei voti, ai minimi storici con il peggiore risultato dal 1908; i Moderati si fermano al 19,7% e sono la seconda forza di governo; i Democratici Svedesi hanno ottenuto un forte incremento dei consensi rispetto all’esito di quattro anni fa dove ottennero il 12,9%, ma non hanno confermato i sondaggi che li davano ben oltre il 20% e invece si sono arrestati al 17,7%. [MORE]
Tradotto in seggi, la coalizione di sinistra composta dal Partito socialdemocratico uscente, il Partito dei Verdi e della Sinistra, ne guadagnerebbe 144 su 349 seggi in Parlamento, due in più rispetto alla coalizione di opposizione di centro-destra che ne ottiene 142. La maggioranza si raggiunge ottenendo 175 dei seggi a disposizione e nessuna coalizione ha i numeri, ma in Svezia è prevista l’opzione del governo di minoranza come lo era quello espressione del parlamento votato quattro anni fa e anche negli anni precedenti. Dal 1994 si sono avvicendati solo governi di minoranza, a eccezione del 2006 quando il centrodestra

Il Regno di Svezia è una democrazia parlamentare, in cui il governo è espressione del parlamento, chiamato Riksdag. I cittadini sono chiamati alle urne ogni 4 anni, eleggendo i propri rappresentanti con un sistema elettorale proporzionale con soglia di sbarramento al 4%: i 349 seggi del Riksdag sono ripartiti in 29 circoscrizioni elettorali. A differenza dell’Italia, in Svezia se un partito autonomamente non raggiunge la soglia minima del 4%, non concorre a garantire i propri voti alla coalizione di cui è espressione e quindi non partecipa in nessun modo alla formazione del governo.

Il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini ha commentato su Twitter i risultati svedesi: "La Svezia - ha scritto sul social network - patria del multiculturalismo e modello della sinistra, dopo anni di immigrazione selvaggia ha deciso finalmente di cambiare. Ora anche lì dicono no a questa Europa di burocrati e speculatori, no ai clandestini, no all'estremismo islamico. La forte affermazione di Jimmie Akesson è l'ennesimo avviso di sfratto ai Socialisti: a maggio, alle elezioni Europee, completeremo l'opera del cambiamento fondato sui valori del lavoro, della sicurezza e della famiglia".

Con questa compagine in parlamento è davvero complesso determinare di cosa sarà espressione il prossimo esecutivo scandinavo. Noi italiani un esempio simile lo abbiamo già avuto e discusso ampiamente nel 2013 quando al fianco dei due poli di centrodestra e centrosinistra se ne è affiancato un terzo, quello populista del Movimento 5 stelle. In Svezia lo stesso sta accadendo per i Democratici svedesi che dal 2014 hanno reso molto articolato l’ordinato svolgimento della vita parlamentare nel paese.

Anche il primo ministro svedese Stefan Lofven e leader dei socialdemocratici ha commentato i primi risultati respingendo le richieste di quanti ne chiedevano le dimissioni e ha detto che intende 'restare al lavoro', dopo le elezioni che hanno segnato la peggiore performance del suo partito. Il premier invita al dialogo il centrodestra per formare un "governo forte" in grado di arginare gli estremismi. "Il risultato non è ancora chiaro", ha detto riferendosi alla necessità di cucire alleanze per formare una maggioranza. "Sta ora ai partiti politici cooperare responsabilmente e creare un governo forte". "Un partito con radici naziste non potrà mai offrire nulla di responsabile", ha aggiunto.

Se i partiti della coalizione di centrodestra avevano mostrato una apertura nei confronti della collaborazione con il blocco dei Democratici svedesi, i Moderati avevano fermamente scartato questa ipotesi. Si vedrà nei prossimi giorni che evoluzione prenderà la vicenda e che tipo di governo verrà istaurato.

Uno dei temi che ha fatto più discutere in Svezia, così come a livello europeo è quello dell’immigrazione. La Svezia ha accolto 163mila migranti, superando il numero di richiedenti asilo presenti negli altri stati europei in proporzione alla popolazione. Il partito al governo ha accolto le preoccupazioni della popolazione e ha reso più stringenti la normativa relativa ai richiedenti asilo, ma i Democratici svedesi continuano a opporsi affermando che le politiche di accoglienza vigenti rappresentano una minaccia per il welfare della nazione.

Un altro argomento di caro alla popolazione svedese è l’aumento del crimine nel paese, che interessa soprattutto i quartieri più poveri in cui vi è una più alta presenza di immigrati. Per quanto riguarda invece la possibilità di un eventuale referendum sull’uscita dall’Europa, la maggioranza dei cittadini svedesi non è favorevole ad una simile prospettiva.
 

Fonte immagine Youtrend Dati Youtrend

Claudia Cavaliere 


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