Ecco la guerra termo-nucleare è alle porte
Estero Calabria Catanzaro

Ecco la guerra termo-nucleare è alle porte

venerdì 7 giugno, 2024

La guerra in Ucraina, inizialmente circoscritta a un solo territorio, rischia di espandersi su scala globale, innescando la Terza Guerra Mondiale. Le recenti dichiarazioni del Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, hanno alimentato ulteriormente le tensioni. Stoltenberg ha espresso il suo favore per l'utilizzo di armi e armamenti americani in territorio russo, una mossa che molti vedono come una dichiarazione di evidente ostilità. Questo intervento della NATO potrebbe essere interpretato come una complicità diretta nella guerra, aprendo così le porte a un conflitto più ampio e chiudendo quelle della pace. Le parole di Stoltenberg hanno sollevato preoccupazioni circa l'autonomia decisionale all'interno della NATO. Le decisioni dovrebbero essere prese collegialmente, non individualmente. Questo solleva accuse di usurpazione di potere, che in un contesto democratico normale verrebbero tacciate di alto tradimento e di attentato alle norme costituzionali. Di fronte al rischio di una Guerra Mondiale, con Stati che accennano alla mobilitazione e all'invio di armi, la reazione dell’Occidente sembra inesistente infatti tutti i leader avrebbero dovuto chiedere le dimissioni di Stoltenberg per l’imprudenza gravissima nelle parole che spingono alla catastrofe. Forse non si comprendono appieno le potenzialità catastrofiche di un conflitto mondiale. L'Italia, degradata a estrema provincia NATO, ha espresso solo un flebile no all’autorizzazione dell’uso delle armi italiane su suolo russo, forse per questioni di opportunità elettorale alle europee. L'articolo 11 della Costituzione italiana vieta espressamente l'uso della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Tuttavia, l'Italia, incapace di prendere una posizione netta a favore della pace e della sicurezza internazionale, rischia di marciare verso il conflitto in Ucraina. Il possibile cambio alla Casa Bianca potrebbe inoltre segnare un cambiamento nella politica americana sulla guerra in Ucraina, lasciando l'Europa, Italia compresa, a fronteggiare da sola le conseguenze. Il rappresentante dell’UE per gli Esteri e la Politica di Sicurezza, Josep Borrell, ha dichiarato che l'autodifesa ucraina in territorio russo è legittima se usata in modo proporzionato. Ha discusso la possibilità di revocare le restrizioni per le armi occidentali usate per difesa in territorio russo, lasciando però la decisione ai singoli Stati membri senza tenere conto che l’innesco nucleare esporrebbe tutti gli Stati anche quelli non favorevoli al superamento della linea rossa . Questo pone il dilemma su chi oserà opporsi alla NATO. In questo clima di tensione, Vladimir Putin ha avvertito che la Russia monitora da vicino le dichiarazioni sui possibili attacchi in profondità sul suo territorio.

La NATO deve essere consapevole dei rischi che corre, con il rischio imminente di un’escalation nucleare, come suggeriscono le dichiarazioni di possibili test nucleari in risposta all'uso di armi occidentali in profondità su suolo russo per far sì che l’effetto psicologico di un fungo atomico trasmesso in diretta su tutti i media del mondo funga da deterrente per le grandi potenze che dal lontano 1945 hanno perso la paura di una guerra nucleare. Dobbiamo ricordare che la Russia possiede il più grande arsenale nucleare del mondo e che l’Europa sarebbe la prima ad essere colpita nelle principali basi Nato. Nonostante tutto, la Russia continua a dichiararsi pronta a proseguire i negoziati sull'Ucraina, pur non esplicitando i punti del negoziato. È cruciale che la comunità internazionale lavori instancabilmente per trovare una soluzione diplomatica, evitando così che il conflitto locale si trasformi in una catastrofe globale.

Alla luce delle recenti escalation e delle dichiarazioni di figure chiave come Stoltenberg e Borrell, la guerra in Ucraina sta rapidamente perdendo la sua dimensione locale, assumendo connotati di un conflitto potenzialmente globale. La mancanza di una risposta coesa e determinata da parte dell'Occidente, unita alle controversie interne della NATO e alle dichiarazioni di Vladimir Putin, alimenta un clima di incertezza e pericolo imminente. L'Italia, con il suo impegno costituzionale verso la pace, si trova in una posizione delicata, dove la sua voce sembra attenuata di fronte alle pressioni internazionali e alle dinamiche di potere. È essenziale che il nostro Paese, insieme agli altri membri della comunità internazionale, intensifichi gli sforzi diplomatici per prevenire una catastrofe che non solo minaccia la stabilità regionale, ma potrebbe avere ripercussioni devastanti a livello globale. La storia ci insegna che le guerre mondiali iniziano spesso con conflitti locali non risolti e con diplomazie fallite. Per evitare che la crisi ucraina diventi il preludio di una nuova guerra mondiale, è fondamentale che tutte le parti coinvolte si impegnino in negoziati sinceri e costruttivi. Solo attraverso il dialogo e la diplomazia possiamo sperare di chiudere definitivamente le porte alla guerra e riaprire quelle della pace per allontanare dai popoli lo spettro della paura, della morte, della distruzione.

Marco Rispoli (Davoli).


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