"Duecento metri fa hai svoltato a destra". L'ultima follia in strada è la sfida al Tom Tom
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Quanti ricordano quella scena epocale del film “Il sorpasso” di Dino Risi, in cui Vittorio Gassman, dopo aver superato un’auto sull’Aurelia, si rivolge all’automobilista sorpassato facendogli il gestaccio delle corna nello specchietto retrovisore? Erano gli anni del boom economico- il sorpasso era il simbolo di un’epoca, così come le uscite in auto o i continui sorpassi a danno di mezzi più lenti della mitica Lancia Fulvia, auto guidata dal Mattatore nel film.[MORE]
Il Sorpasso segnò indubbiamente un’epoca, epoca in cui, quando ci si avventurava sulle prime autostrade, se non si conosceva la strada si chiedevano informazioni ai passanti. Cosa che in genere fanno, saggiamente, le donne al volante, mentre per gli uomini chiedere informazioni è un attentato alla propria virilità. Poi il progresso tecnologico ha eliminato questo passaggio, introducendo su molte auto, spesso di serie, il navigatore, croce e delizia per molti automobilisti. I modelli di ultima generazione, oltre a consigliare il percorso più breve e più economico, riescono anche a stabilire l’orario di arrivo a destinazione.
Focalizziamo l’attenzione su questo ultimo punto. Dal comando della Polizia Stradale arriva l’allarme. Molti automobilisti lanciano la sfida al navigatore. Chi lo ha installato a borda, sa molto bene di cosa si sta dissertando in questo scritto. Il navigatore riesce a stabilire quanto tempo si dovrebbe impiegare per percorrere il tragitto stabilito precedentemente. Succede molto spesso che l’automobilista lanci il suo guanto di sfida al mezzo tecnico, cercando di impiegare meno tempo di quello stabilito dal navigatore. Un sorpasso vero e proprio. Pericoloso per chi lo fa e ancor di più per gli altri automobilisti ignari di questa sfida. Una corsa per andare oltre i limiti, compresi quelli di velocità, tutti abbondantemente infranti. L’allarme è stato lanciato da una società inglese, che per la prima volta fotografa un fenomeno in crescita in tutt'Europa.
il fenomeno nasce in Gran Bretagna, patria delle scommesse e non è raro vedere automobilisti che scommettono, anche contro sé stessi, cercando di battere i navigatori satellitari. Giocare con il GPS è pericolosissimo perché se stima un tempo di percorrenza, lo fa tenendo conto di velocità, limiti e traffico. Quindi l’unico modo per abbattere tali tempi è violare la legge, violando innanzitutto i limiti di velocità.
La sfida al Gps dà grandi soddisfazioni perché si possono monitorare i progressi fatti nel tempo, poiché il navigatore aggiorna in tempo reale l'orario di raggiungimento della meta.
La situazione italiana lascia sperare in positivo, dal momento che la Polstrada non segnala fenomeni del genere. Si potrebbe affermare che l’automobilista italiano utilizza il navigatore in maniera corretta, come per esempio i servizi al traffico: inserendo una carta SIM nel navigatore si possono avare tantissime informazioni in tempo reale sulla situazione delle strade.
il numero elevato di navigatori fa aumentare anche la probabilità di usi impropri. Come per esempio quando il navigatore segnala la presenza di autovelox. In teoria quel servizio dovrebbe incentivare l’automobilista ad andare a velocità moderata sempre e comunque. In realtà accade che in presenza dell’autovelox si rallenta per poi ripartire a razzo. Ecco come è frainteso il messaggio di prevenzione di rallentare perché c'è un monitoraggio capillare e costante delle infrazioni, interpretato come un invito alla velocità.
Giovanni Dimita