Due Marò: L'Italia si fidi dell'India,Akbar difende le scelte del suo paese
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NUOVA DELHI 21 FEBBRAIO 2012- <<l'India non è uno stato canaglia, non è la Cina. Non si tratta di orgoglio nazionale, ma di una vicenda giudiziaria su cui bisogna indagare e deve esserci un processo in base alla legge indiana. Gli italiani sono i benvenuti con il loro punto di vista, che tuttavia non porterà lontano.>> questa la dichiarazione dello scrittore M.J. Akbar, autore del libro "Fratelli di Sangue", ad Aki-Adnokronos International.
Inoltre l'intellettuale indiano aggiunge che non è<<incidente diplomatico, ma come la morte di due pescatori e nessun governo prende alla leggera l'uccisione di suoi cittadini>>
Inoltre secondo lui <<Non ci sono prove che la barca costituisse una minaccia. I pescatori non hanno usato armi e non ci sono state provocazioni>>.
<<Se una nave indiana avesse ucciso dei pescatori al largo della Sicilia - dice - certamente l'Italia non avrebbe lasciato perdere e avrebbe deciso di aprire un'inchiesta>>
Poi dopo non può far a meno di ammettere che <<Ogni governo eletto deve fare i conti con la politica>> Ma poi dopo tenta di rassicurare l'Italia <<l'Italia e l'India restano paesi amici, non sono in guerra - prosegue - La delegazione (guidata dal sottosegretario Staffan De Mistura che parte oggi per Nuova Delhi, ndr) potrà condurre colloqui con il governo, negoziare garanzie per il ritorno (in India, ndr) dei marines quando sarà necessario e garanzie che non diventeranno latitanti>>.[MORE]
(foto da www.lagazzettadelmezzogiorno.it)
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