Draghi, su conti pubblici: «Italia non sprechi sacrifici fatti»
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MILANO, 06 MARZO 2014 - «Sui conti pubblici l'Italia non deve sprecare quanto già fatto in passato, a costo di tanti sacrifici e dolore, perché sarebbe un disastro», così Mario Draghi, presidente della Bce, all'Italia, dopo che ieri l’Ue aveva tirato le orecchie al nostro Paese, sostenendo che abbiamo "squilibri macroeconomici eccessivi che richiedono uno speciale monitoraggio da parte dell'Ue che farà rapporto all'Eurogruppo sulle riforme italiane e a giugno deciderà ulteriori passi”.
Situazione ha innescato una serie di repliche, tra cui quella del Premier Renzi che ha detto: «Basta con il costante refrain italiano per cui si dipinge l'Europa come il luogo dove veniamo a prendere i compiti da fare a casa. L'Italia sa perfettamente cosa deve fare e lo farà da sola per il futuro dei nostri figli. Non abbiamo rassicurazioni da dare». [MORE]
Allo stesso tempo, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, ha puntualizzato: «Monito severo ma nella direzione di quello che pensiamo noi. Mette in evidenza problemi strutturali che conosciamo da tempo, ci incita a far ripartire la crescita, quindi l'occupazione, ed in questo modo a correggere gli squilibri. Non nego che è più o meno quello che dicevo quando ero all'Ocse».
Tornando a Draghi, procede domandando: «Che senso avrebbe tornare indietro e sprecare tutto il capitale umano e politico investito in questi sforzi. E poi, continuare con le riforme perché problemi strutturali si risolvono solo con riforme strutturali, e riportare il rapporto debito/pil su una traiettoria discendente».
Intanto, il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di lasciare invariato il tasso di riferimento allo 0,25% (minimo storico in vigore dal novembre scorso) e senza alcuna nuova misura non convenzionale. Spiega il numero uno dell’Eurotower: «Per tutte le misure ancora sul tavolo, ci vuole ancora tempo perché non sono semplici e necessitano di modifiche regolamentari e legali. I segnali che, dal mese scorso, sono giunti dalla congiuntura dell'Eurozona sono stati nel complesso positivi, come il restringimento del divario tra Germania da un lato, Italia e Spagna dall'altro in termini di fiducia dei consumatori. Infine, Draghi conclude: «La politica monetaria della Bce resta espansiva con tassi confermati a questi livelli o piu' bassi per un periodo prolungato di tempo e non cambierà, e su questo c’è un ampia maggioranza in Consiglio, anche di fronte a un miglioramento congiunturale perché l''output gap, le capacità ancora inutilizzate, sono ampie e il recupero è molto lento».
Rosy Merola