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ROMA, 04 MARZO 2013 – Nei giorni in cui la Chiesa vive un momento di grande agitazione per le dimissioni di O’Brien, il cardinale autoesclusosi dal conclave dopo le accuse di “comportamenti inappropriati”, un nuovo caso minaccia il Vaticano e ancora più da vicino l’emerito papa Joseph Ratzinger.
Quando fu prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, organo deputato alla vigilanza della correttezza della dottrina cattolica, Ratzinger era a conoscenza dei fatti di pedofilia che si erano verificati nella Diocesi di Savona. Ma non aveva mai denunciato i fatti alla magistratura. Tutto questo è dimostrabile dai documenti giunti presso la redazione del quotidiano Il Secolo XIX, sequestrati circa un anno fa presso la Procura savonese e prelevati dalla Curia della città ligure.
I documenti dimostrano che Ratzinger, due anni prima dell’elezione a pontefice, fosse a conoscenza dei casi di pedofilia che si erano verificati nella Diocesi di Savona. Il Secolo XIX pubblica parte della lettera che il cardinale Domenico Calcagno, ai tempi vescovo della Diocesi di Savona, indirizza a Joseph Ratzinger, nella quale chiede «la cortesia di un consiglio circa l’atteggiamento da tenere, intendendo il Sacerdote continuare con un impegno pastorale». Inoltre aggiunge «Per quanto possibile, intendo evitare che abbia comunque responsabilità che lo mettano a contatto di bambini o adolescenti». La lettera riguarda Nello Giraudo, il parroco della diocesi savonese, sollevato dall’incarico nel 2012, in quanto indagato dalla procura su una serie di casi di pedofilia che poi lo hanno visto patteggiare un anno di carcere per abusi sessuali compiuti nel 2005, ai danni di una minorenne.
Ieri in tarda serata è andata in onda l’inchiesta della iena, Pablo Trincia, dal titolo “Abusi nascosti dalla Chiesa”, in cui è stata ricostruita una drammatica pagina della storia della Chiesa. Oltre agli interventi delle vittime, sono stati accostati i documenti sequestrati dalla Procura, in cui oltre al nome di Calcagno, compaiono anche i nomi dei vescovi Giulio Sanguineti e Dante Lanfranconi.
Da quello che si evince l’unica preoccupazione della Curia in questi anni è stata quella di salvaguardare l’immagine della diocesi, con il tentativo di mantenere la situazione sotto controllo dal momento che «nulla è trapelato sui giornali e non ci sono denunce in corso», si legge nella lettera di Calcagno a Ratzinger.
Dagli anni ’80 in poi Don Giraudo è stato spostato da una parrocchia all’altra dove ha continuato ad “operare” indisturbato, fin quando non sono arrivate le denuncie che hanno costretto la chiesa a sollevarlo dall’incarico.[MORE]
(fonte: Il Secolo XIX)
(in foto Don Nello Giraudo da Tv fanpage)
Rossana Palazzo