DL Calabria: Dichiarazione di F. Boccia, “norma nella sanità". "Relatrice Nesci va sostituita”
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DL Calabria: F.Boccia, urgente aggiustare norma su dissesti nella sanità. Relatrice Nesci va sostituita
CATANZARO, 30 MAGGIO - “Sui dissesti nella sanità non si possono fare pasticci, il Pd è per la massima pulizia dei conti e la totale trasparenza. Siamo d’accordo, quando necessario, nel separare in caso di cattiva gestione economica il passato amministrativo dal presente come si fa negli enti locali con il dissesto, ma non si può far fallire la pubblica amministrazione senza prevederne gli effetti, così come è stato previsto nel decreto legge sulla Calabria. Quando nei comuni si sceglie il dissesto traumatico si vivono per alcuni giorni anche shock come è capitato nella mia esperienza professionale nel crack di Taranto: dagli autobus fermi, ai vetri rotti e non riparati, ai morti da seppellire, ai rifiuti per strada, alle luci spente. Quando succede nelle Asl, però, così come prevede il Governo Conte, significa sospendere immediatamente i pagamenti ai fornitori negando ogni speranza di credito che porta al fallimento delle stesse aziende che forniscono gli ospedali.
Che facciamo se non si lega l’azienda sanitaria al fondo nazionale spazza debiti? Vendiamo gli immobili, vendiamo le brande? Il decreto Calabria è fatto con i piedi, va corretto prima di combinare altri pasticci che avrebbero conseguenze devastanti sui pazienti e i cittadini calabresi. L’unico caso di azienda ospedaliera in dissesto come un Comune è stato l’Umberto I a Roma quasi quindici anni fa. Altra era, altre regole. Oggi se non si fanno regole chiare si rischia il caos per il caos per fornitori, pazienti e personale”. Così Francesco Boccia, deputato e economista PD, intervenendo in Aula nel corso della votazione degli emendamenti al Dl Calabria.
“La relatrice, l’onorevole Dalila Nesci del M5S appare sempre più inadeguata e inquieta – aggiunge Boccia, chiedendo il rinvio in commissione del provvedimento e la sostituzione della relatrice - e non più in grado di seguire questo provvedimento a causa del palese conflitto di interessi connesso alla designazione del direttore generale dell’Asp della sua provincia, Vibo Valentia, un suo ex collaboratore. Una vicenda ben lontana dalla fin troppo spesso abusata etica e sempre sbandierata ‘onestà’ grillina”.