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BARI, 11 LUGLIO - Oltre 4 milioni e mezzo di euro in contanti nascosti in muri di ville di lusso o doppi fondi di auto, oltre 31 milioni complessivi di beni sequestrati, 28 persone indagate, tre delle quali arrestate in flagranza di reato a Milano dentro un auto che conteneva 300 mila euro in contanti. Per tutti l'accusa parla di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, riciclaggio e antiriciclaggio. [MORE]
Sono questi gli esiti dell’operazione che oggi la Direzione investigativa antimafia di Bari coordinata dalla Procura barese ha riferito alla stampa con il procuratore Giuseppe Volpe, l'aggiunto, Francesco Giannella, e la PM che ha svolto le indagini, Isabella Ginefra.
Sono stati convalidati i tre fermi di custodia cautelare in carcere che hanno colpito F. G., considerato secondo gli investigatori probabilmente il referente dell’articolato intreccio di società attraverso le quali, sarebbero stati perpetrati i reati, E. S., già condannato per associazione mafiosa e F. P., legale rappresentate di diverse società con sede sia nel barese che a Milano.
"Un’indagine complessa, con una fitta rete di frodi tributarie che venivano trasformate in liquidità attraverso una rete di addetti e prestanome - evidenzia il procuratore Volpe - addirittura gli operatori della Dia hanno dovuto fare lunghe ricerche nei muri di un appartamento per scoprire i contanti custoditi in mazzette di banconote di vario taglio.
Tra i beni sequestrati si annoverano 23 società con sede legale a Milano, 4 ubicate in provincia di Bari, a Bitetto vera centrale operativa dell'organizzazione, una società a Roma, una a Taranto. Inoltre quattro ristoranti tra Bari e provincia, e undici immobili fra Biella, Vercelli, Milano, Bari, e Teramo. Più di 100 rapporti finanziari tra conti correnti e quote di fondi pensione e 13 veicoli insieme a motocicli di grossa cilindrata completano l'elenco dei beni.
"Un'operazione in cui gli interessi si mischiano - continua il colonnello Vincenzo Mangia, capocentro Dia di Bari - un'imprenditoria spregiudicata che si dimentica di ottemperare gli obblighi fiscali e poi si avvale della criminalità per riciclare. Ma questi sono servizi che si pagano, come sempre. Il nostro intervento è stato complesso ma deciso, concreto e finalizzato a recuperare gran parte delle risorse provento sia di frode fiscale che di riciclaggio. Le indagini proseguono".
Il sequestro concerne beni mobili ed immobili, collegabili alle indebite disponibilità accumulate e occultate nel tempo da F. G., imprenditore originario di Bitonto (BA), operante nel settore della somministrazione di manodopera ad aziende della lavorazione delle carni.
Gli accertamenti hanno condotto all’accurata ricostruzione dell’aggrovigliata dinamica finanziaria criminale che ha permesso a F. G. di procacciarsi illecitamente i cospicui proventi, quantificati, con l'ausilio di dettagliata consulenza tecnica, in oltre 20 mln attraverso la commissione di numerose frodi fiscali fra il 2014 e il al 2017.
Per gli investigatori, F.G. che era di fatto il corifeo di un intreccio societario operante nell'hinterland milanese, organizzato e diretto dalla provincia di Bari, costituito da una società consortile per azioni, da società di capitali consociate di detta SCpA e da società di capitali "esterne", tutte rappresentate legalmente e partecipate da soggetti prestanome.
Luigi Palumbo