Devianza giovanile. “Ombre adolescenziali”, il nuovo libro della Dottoressa Antonella Cortese
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Giovani che commettono atti criminali, ledono i diritti altrui, esercitano efferata violenza, deumanizzano l’altro. Un fenomeno presente nella nostra società, la cronaca ne riporta testimonianze quasi quotidiane. Cosa hanno in comune questi comportamenti e come si potrebbe arginare il fenomeno? Lo abbiamo chiesto alla Dottoressa Antonella Cortese - Psicologa, Pedagogista, Criminologa - autrice del libro “Ombre adolescenziali”, edito da Armando Editore. Nelle pagine del testo l’esperta affronta vari temi come il bullismo, cyberbullismo, criminalità minorile, uso di droghe, revenge porn.
Dottoressa Cortese, a chi si rivolge nel suo libro? Direttamente ai giovani o anche alle figure deputate alla loro educazione?
“Nel mio libro mi rivolgo sia direttamente ai giovani che alle figure che hanno un ruolo centrale nella loro educazione come genitori, insegnanti ed educatori. Questo perché le “ombre adolescenziali“, ovvero le sfide, i conflitti e le fragilità che accompagnano questa fase della vita riguardo non solo i ragazzi, ma anche il contesto in cui crescono e si formano. Ai giovani cerco di offrire una guida per comprendere e affrontare le proprie emozioni e difficoltà, aiutandoli a scoprire risorse personali che forse non sanno di possedere. Alle figure educative, invece, fornisco strumenti e prospettive per interpretare il mondo interiore dei ragazzi promuovendo un dialogo empatico e una relazione di supporto che li aiuti a costruire una solida identità. Il libro è un ponte tra due mondi: quello degli adolescenti, spesso complesso e turbolento, e quello degli adulti che li accompagnano, cercando di creare uno spazio di comprensione e crescita reciproca”.
Quali sono gli argomenti affrontati nel libro?
“Nel libro si affrontano in profondità i principali temi legati all'adolescenza, una fase complessa della vita in cui si manifestano cambiamenti emotivi, fisici e sociali significativi. Tra gli argomenti centrali vi sono le emozioni e i conflitti interiori che rappresentano un aspetto fondamentale dell'adolescenza: i ragazzi vivono ansie, insicurezze, paure e talvolta rabbia, tutte emozioni che spesso non sanno come gestire. Viene esplorata anche la costruzione dell'identità, un percorso ricco di dubbi, sperimentazioni e ricerca di autenticità che include il desiderio di autonomia e la necessità di trovare il proprio posto nel mondo. Un altro tema importante è quello delle relazioni: il rapporto con i genitori e le figure adulte, spesso caratterizzato da incomprensioni e conflitti ma anche la relazione con i pari che gioca un ruolo cruciale per il senso di appartenenza alla costruzione della propria identità sociale. Nel libro si affronta il delicato tema dell'uso di droga analizzando le ragioni che possono spingere gli adolescenti verso comportamenti a rischio come il bisogno di evasione, la gestione delle emozioni o la pressione del gruppo e si propongono strategie di prevenzione basate sull'ascolto empatico, l'educazione emotiva e il rafforzamento delle relazioni positive. Si parla inoltre delle strategie di coping, ovvero i meccanismi che gli adolescenti possono adottare per affrontare le difficoltà emotive relazionali con un'attenzione particolare alla promozione di risorse personali e alla capacità di resilienza. Infine, il libro offre strumenti pratici per gli adulti, genitori, insegnanti, educatori che desiderano supportare i ragazzi in questo percorso sottolineando l'importanza di un dialogo aperto nell'accoglienza e di un ambiente affettivo stabile per favorire una crescita sana e consapevole”.
Da cosa ha origine la devianza giovanile? Quali potrebbero essere le cause?
“La devianza giovanile ha origine da una combinazione di fattori psicologici, familiari, sociali e ambientali. Tra le cause principali ci sono disfunzioni familiari come conflitti o abusi che creano instabilità emotiva. Fattori individuali come bassa autostima, ansia e impulsi difficili da controllare contribuiscono al comportamento deviante, così come il desiderio di appartenenza a gruppi che promuovono valori antisociali. L’esclusione sociale, la povertà e l'accesso a contesti violenti o droghe aumentano il rischio di devianza. Inoltre, la pressione del gruppo dei pari e l'influenza dei media che glorificano comportamenti devianti possono spingere i giovani a emulare tali atteggiamenti”.
A livello di prevenzione quali strumenti andrebbero adottati per contrastare il fenomeno?
“Per contrastare la devianza giovanile è fondamentale adottare strumenti preventivi che coinvolgono vari aspetti della vita del giovane. Prima di tutto è essenziale educare emotivamente, insegnando ai ragazzi a riconoscere e gestire le proprie emozioni in modo sano. Un altro strumento importante è l'ascolto attivo, il dialogo tra giovani e adulti, genitori, insegnanti, educatori, per prevenire che difficoltà emotive o sociali spingano i ragazzi verso comportamenti devianti. È necessario anche supportare le famiglie offrendo consulenze e attività educative per migliorare le dinamiche familiari. Inoltre bisogna promuovere modelli positivi di comportamento sia attraverso figure di riferimento che attraverso attività extracurriculari come sport, arte e volontariato che offrono alternative sane e costruttive per il tempo libero. La prevenzione del consumo di sostanze è altrettanto cruciale con programmi educativi sui rischi legati a droghe e alcol e un supporto concreto per i ragazzi a rischio. Creare una rete di supporto sociale tra scuole, comunità e servizi sociali è essenziale per monitorare i segnali di disagio e intervenire tempestivamente. Infine, nelle scuole vanno promossi programmi che insegnino alla cittadinanza responsabile e al rispetto delle norme sociali. Un approccio integrato tempestivo e mirato che coinvolga famiglia, scuola e comunità è la chiave per prevenire e ridurre la devianza giovanile”.
Nel testo sono presenti alcuni contributi di altre figure professionali di rilievo. Insieme a loro, quali aspetti avete approfondito?
“Nel testo sono presenti numerosi contributi di esperti di vari settori che arricchiscono l'analisi della devianza giovanile e dei suoi molteplici aspetti. Il Questore Antonio Pignataro del Dipartimento Politiche giovanili e antidroga della Presidenza del Consiglio ha trattato il tema della droga, esplorando il suo impatto sui giovani e le politiche di prevenzione. Il T. Colonnello Stilian Cortese della Guardia di finanza ha approfondito il legame tra criminalità organizzata e droga internazionale evidenziando la connessione tra il traffico di sostanze stupefacenti e la devianza giovanile. Stefania Doronzo ha analizzato gli aspetti psicologici della devianza concentrandosi sulle difficoltà emotive e psicologiche che spingono i giovani verso comportamenti devianti . Inoltre sono coinvolti anche esperti del giornalismo che offrono una riflessione critica sul fenomeno. Rita Cavallaro, giornalista de Il Tempo, ha analizzato il ruolo dei media nella rappresentazione della devianza giovanile mentre Maria Antonietta Spadorcia, vicedirettore del Tg2, ha scritto la prefazione offrendo una visione delle implicazioni sociali e culturali del fenomeno. Alessandra D'Alessio, psicoterapeuta, ha invece contribuito con una prospettiva clinica esplorando le dinamiche psicologiche dei giovani le e le modalità terapeutiche per affrontare il disagio emotivo. In aggiunta il professor Domenico Scali, docente universitario alla Sapienza e alla Tuscia di Viterbo, ha trattato temi cruciali come il bullismo e il cyberbullismo analizzando l'impatto di queste forme di violenza psicologica sulla crescita dei giovani e le strategie di prevenzione da adottare. L’approccio multidisciplinare di questi aspetti ha permesso di ottenere una visione completa della devianza giovanile integrando aspetti psicologici, sociali, educativi e criminali offrendo soluzioni concrete per affrontare le problematiche legate a questo fenomeno”.
Se la prevenzione non sortisse gli effetti desiderati, quali potrebbero essere gli interventi efficaci per arginare la piaga della devianza?
“Se la prevenzione non dovesse dare i risultati sperati, interventi efficaci per contrastare la devianza giovanile potrebbero includere programmi di riabilitazione psicologica, come la psicoterapia individuale o di gruppo, per affrontare le cause emotive psicologiche alla base del comportamento deviante. Potrebbero essere attivati anche interventi sociali ed educativi come il coinvolgimento in attività di lavoro sociale, sport e volontariato per dare ai giovani opportunità positive di crescita. E’ essenziale anche il coinvolgimento delle famiglie, con supporto psicologico educativo per migliorare le dinamiche familiari. Infine, un sistema di monitoraggio e supporto continuo da parte di professionisti e delle istituzioni locali per mantenere il contatto con i giovani a rischio e prevenire ricadute”.
Ha visto il film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”? Lo considera uno strumento per sensibilizzare i giovani e le istituzioni e supportare chi, purtroppo, subisce atti di bullismo?
“Sì, il ragazzo dei pantaloni rosa è un film che può essere considerato uno strumento utile per sensibilizzare sia i giovani che le istituzioni sul tema del bullismo mostrando le difficoltà vissute da chi subisce atti di violenza psicologica. Il film aiuta a comprendere meglio le emozioni e le conseguenze di alcuni comportamenti, offrendo un'opportunità di riflessione per prevenire il bullismo e supportare chi ne è vittima”.
Cosa vorrebbe dire a chi è vittima di bullismo e non racconta ai propri familiari l’inferno che si trova a vivere?
“A chi è vittima di bullismo e non racconta ai propri familiari, direi che non è mai troppo tardi per chiedere aiuto. Parlare con qualcuno di fiducia, che siano genitori , un insegnante o un amico può alleggerire il peso di quello che stai vivendo. Non sei solo e ci sono persone pronte ad ascoltarti e a sostenerti per superare questa difficile situazione. Non tenere tutto dentro, perché il supporto è fondamentale per uscire da questo inferno”.
Si ringrazia la Dottoressa Antonella Cortese
Luigi Cacciatori