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TARANTO, 23 MAGGIO 2014 - Scampato grazie al pronto intervento della polizia penitenziaria un detenuto che stava tentando il suicidio nel carcere di Taranto impiccandosi con un lenzuolo in bagno. L'uomo deve scontare due anni per danni al patrimonio. Sono sconosciute le cause del gesto.
A darne notizia sono i sindacati degli agenti di polizia penitenziaria, che da anni lamentano una situazione insostenibile. Oltre alla struttura (sovraffolata e fatiscente), a Taranto non c'è urgenza di organico, è emergenza. Negli anni, le varie amministrazioni locali e nazionali hanno ridotto drasticamente gli agenti di polizia penitenziaria.[MORE]
A questo si aggiunge l'aggiunta di una nuova sezione per detenere altre persone: il risultato è una struttura completamente insicura, che rende impossibile non solo reinserire i detenuti nella società, ma anche solo le minime misure di sicurezza.
"Nel carcere di Taranto si vive come in una roulette" spiega in un comunicato stampa il sindacato degli agenti i polizia penitenziaria, che per primi hanno dato la notizia. Non è la prima volta che i detenuti tentano il suicidio e gli agenti fanno quello che possono (anche con turni lunghissimi) per cercare di mantenere l'ordine.
"Se a tutt'oggi non si registrano fatti cruenti o clamorosi, lo si deve solo al coraggio e professionalità dei vertici dell'istituto" è l'amara conclusione di chi lavora a stretto contatto con i detenuti nel carcere di Taranto. Quanto potrà durare?
AGGIORNAMENTO: Dopo il fatto di Taranto, altri due casi simili scoppiano in Puglia. Il primo a Lecce, dove un detenuto per reati di mafia ha tentato il suicidio a causa del sovraffollamento (l'uomo è stato salvato dai compagni di cella). Il secondo è accaduto a Bari, con protagonista un 29enne (Fonte ANSA).
(www.quotidianodipuglia.it)
Annarita Faggioni