Delitto Serena Mollicone: secondo la perizia è stata picchiata e soffocata con un sacchetto
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FROSINONE, 13 NOVEMBRE - Serena Mollicone, la giovane di 18 anni di Arce, scomparsa il il primo giugno 2001 e ritrovata morta due giorni dopo in un boschetto, sarebbe stata picchiata con violenza e poi soffocata, probabilmente con un sacchetto intorno alla testa. È quanto avrebbe stabilito la perizia del medico legale, la professoressa Cristina Cattaneo, secondo cui le lesioni al capo sarebbero "compatibili" con l'urto su una porta sequestrata in un alloggio della caserma dei carabinieri di Arce. [MORE]
"Stabilito che in via di elevata probabilità le lesioni contusive e le fratture al capo sono la conseguenza di un urto del versante sinistro del capo contro una superficie piana e ottusa, compatibile con la porta in giudiziale sequestro, va ricordato che la morte non è comunque da ricondursi a questo trauma", si legge nella perizia.
"Sembra quindi – scrive ancora la Cattaneo - ipotesi maggiormente suffragata dai dati scientifici che Serena Mollicone, colpita alla testa, abbia riportato un trauma cranico, molto probabilmente produttivo di una perdita di coscienza, e che sia stata la chiusura delle vie aeree" con nastro adesivo e sacchetto di plastica, "a provocare l'arresto delle funzioni vitali per asfissia meccanica, probabilmente da soffocazione esterna diretta, vista la presenza di segni biomedici, seppur aspecifici, in questo senso quali l'enfisema polmonare e le petecchie subepicardiche".
Per la morte della giovane gli unici indagati, con le ipotesi di omicidio volontario e occultamento di cadavere, sono l'ex maresciallo dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, la moglie e il figlio, che si sono sempre sottoposti (come gli altri tre indagati in precedenza) a tutti gli esami e accertamenti delle indagini svolte fino a oggi.
Secondo gli inquirenti la ragazza era presente in casa dei Mottola, un alloggio nella struttura che ospita la caserma, poco prima della sua scomparsa. I Ris che più volte hanno ispezionato l'alloggio si sono soffermati su un segno di rottura della porta ipotizzando che potesse essere quello il punto sbattendo contro cui la ragazza possa essersi procurata la ferita allo zigomo. Una ipotesi che la relazione avvalora considerandola attendibile anche se non certa.
Giuseppe Sanzi
(fonte immagine Infooggi.it)