“Decretone”: previsti nuovi bonus per assunzione di under 35 al sud
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ROMA, 25 GENNAIO – Lo scorso 17 gennaio il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto “decretone”, il decreto-legge contenente come ormai noto le principali misure economiche propugnate dai due partiti al governo e prospettate anche dalla manovra di bilancio (quota 100 e reddito di cittadinanza). L’avvio della fase applicativa delle misure in questione è stato già fissato per il prossimo mese di aprile, ma nonostante l’approvazione generale del CdM è stato necessario limare ulteriori dettagli negli ultimi giorni ed attendere la vidimazione definitiva da parte della Ragioneria Generale di Stato (chiamata ad intervenire in sede di esame preventivo su ogni disegno di legge o atto del governo che possa avere ripercussione diretta o indiretta sulla gestione economico-finanziaria dello Stato).
Dalla relazione tecnica pubblicata dai tecnici della Ragioneria, si evincono nuovi dettagli più specifici sull’ultima versione del testo del decreto – che comunque non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Sono state innanzitutto rese note le cifre ufficialmente previste per gli investimenti relativi alle misure principali: il costo totale del pacchetto pensioni, con l’anticipo del tfs/tfr (trattamento di fine servizio e trattamento di fine rapporto) ai dipendenti pubblici, ammonterebbe a 4,5 miliardi nel 2019, che diventerebbero 9,5 nel 2020 e 9 nel 2021, cui poi sarebbero da aggiungere 250 milioni per l’opzione donna e 98 milioni per la proroga dell’APE sociale. I calcoli in questione sono stati effettuati stimando che a lasciare il lavoro beneficiando delle disposizioni della “quota 100” possano essere 290mila persone a fine 2019, 327mila a fine 2020 e 356mila a fine 2021. Per l’introduzione del reddito di cittadinanza, invece, sarebbero stati stanziati complessivamente 6,1 miliardi di euro per il solo primo anno; gli individui coinvolti, potenziali beneficiari, dovrebbero essere circa 4,9 milioni. Grazie alla “clausola salva-spesa” inserita negli ultimi articoli del testo, l’esecutivo cercherà comunque di monitorare mensilmente (tramite l’INPS) costi e platea delle nuove misure previdenziali, al fine di non rischiare uno sforamento delle coperture, ferma restando inoltre la possibilità per il Ministro dell’Economia di apportare con propri decreti le variazioni di bilancio che dovessero risultare necessarie (ovviamente entro i margini concessi dalla manovra 2019).
Il testo vidimato dalla Ragioneria conterrebbe inoltre la previsione di un doppio sconto per le imprese che assumeranno nel Mezzogiorno i beneficiari del reddito di cittadinanza: gli imprenditori in questione riceveranno infatti un credito d’imposta mensile, proporzionato ai contributi versati ai nuovi assunti, ma tale agevolazione sarà considerata compatibile e cumulabile con la decontribuzione al 100% per i contratti stabili stipulati con under 35 o disoccupati da più di 6 mesi al sud, già introdotta nella scorsa legislatura e prorogata dall’ultima manovra per il prossimo biennio. Con la relazione tecnica, infine, la Ragioneria di Stato ha specificato come potrà essere percepito ed impiegato l’assegno di ricollocazione, erogabile ai beneficiari del reddito di cittadinanza. Similmente a quanto già accaduto ai percettori del REI che fu predisposto dai Governi Renzi e Gentiloni, chi sottoscriverà il “patto per il lavoro” potrà beneficiare anche di una dote da 250 a 5.000 €, da spendere nei centri accreditati (sostanzialmente, agenzie per il lavoro e centri per l’impiego) per quello che è qualificato come un “servizio di assistenza intensiva alla ricerca di occupazione”, coordinato da appositi “tutor”. Il voucher dovrà però essere attivato entro 30 giorni dall’assegnazione, pena la decadenza dal progetto personalizzato d’inclusione e dunque dal diritto alla percezione del reddito.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: askanews.it