Cyberpedofilia e Child Victims
Criminologia Toscana Pisa

Cyberpedofilia e Child Victims

lunedì 3 dicembre, 2018

                                                                                                  Cyberpedofilia e Child Victims

La diffusione della rete internet ha consentito un nuovo canale di espressione per la pedofilia e si affianca alle forme tradizionali di abuso sui minori. Il cyberspazio mette infatti in connessione i pedofili di tutto il mondo consentendo a molti di essi, inibiti nella realtà circostante, terrorizzati dall’opinione pubblica e spaventati dalle conseguenze delle proprie deviazioni (fino a quel momento vissute a livello intrapsichico), di “soddisfare” la loro parafilia dal proprio “fortino telematico”  e nell’illusione dell’anonimato. Ai fini dell’indagine si precisa che l’abuso sui minori è una tipologia di violenza sempre esistita e, quasi sempre, taciuta tra le mura domestiche; in primis erano, e lo sono ancora, amici e familiari ad abusare dell’innocenza.

L’agile dimestichezza nel navigare in rete, spesso non compensata da maturità cognitiva ed emotiva, aumenta il rischio di relazioni virtuali con sconosciuti che appaiono lucidi e determinati nell’ottenere la benevolenza dei minori. Il web ha reso inoltre possibile lo sviluppo di una nuova dimensione organizzata della pedofilia collegando i pedofili di tutto il mondo e rendendo possibile l’offerta online di una serie di servizi illegali legati allo sfruttamento dei minori.

Dal punto di vista clinico, come anticipato, la pedofilia viene classificata tra le parafilie e quindi si identifica come una delle alterazioni a carico della sfera sessuale. Invero il termine pedofilia (dal greco pais, fanciullo e philìa, amore) comprende un insieme vario di reati contro l’infanzia, riguardanti pratiche a sfondo sessuale che coinvolgono soggetti minori di anni diciotto.

Per ragioni di completezza si sottolinei che in ambito giudiziario/forense la pedofilia non esonera il soggetto da responsabilità penale. La Corte di Cassazione in una delle sentenze in materia ha infatti dichiarato: “Se è vero che la pedofilia, come modifica dell’oggetto sessuale in direzione dei minori, presenta ordinariamente carattere di abitualità, ai fini penali questa condizione non esclude né attenua la capacità di intendere e di volere e, di conseguenza, la penale responsabilità per abusi sessuali contro i minori”.

Ciò che infatti distingue la pedofilia dalle altre psicopatologie è il suo carattere egosintonico = il soggetto vive la situazione come qualcosa che è in sintonia con il suo “Io” tendendo a giustificare o razionalizzare i propri atti e, nella maggior parte dei casi, è accompagnato dalla consapevolezza della portata criminale del proprio comportamento.

Quando parliamo di pedofilia onlineci riferiamo al comportamento di soggetti che utilizzano la rete internet per incontrare altri pedofili (chat, forum, bbs), per alimentare le loro fantasie sessuali deviate, rintracciare e scambiare materiale pedopornografico e per ottenere contatti o incontri con i minori “connessi”. L’avvento di internet nel giro di pochi decenni ha incentivato questo mercimonio sessuale e ha reso lo sfruttamento dell’immagine a contenuto pornografico dei minori ancora più capillare.

Anna Vagli


Autore
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