Crotone: bimbo con disabilità messo a sedere su un banco, con la faccia al muro
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CROTONE, 27 SETTEMBRE - Il fatto è accaduto presso la scuola ‘Montessori’ di Crotone dove un bambino disabile è stato posto a sedere su un banco, posizionato con la faccia contro il muro e con le spalle rivoltate alle maestre e ai compagni.
Ad accorgersi di quanto è avvenuto è stato il padre dell’infante, che una mattina ha notato che il figlio, appena entrato in classe, si poneva nell’insolita collocazione. In un primo momento il genitore ha pensato trattarsi di un gesto istantaneo del bambino portatore di handicap.
Nei giorni successivi, constata invece che, il gesto del figliolo è automatico e chiede spiegazioni alle maestre.
"Le maestre rispondono che si tratta di un esperimento della maestra di sostegno", a questo punto il genitore trovando ‘originale’ l’asserzione, decide di scrivere al Garanteper l'Infanzia e l'Adolescenza della Regione Calabria Antonio Marziale, che si è giàoccupato del caso e che dell'accaduto fornisce molti dettagli.
"Ho immediatamente telefonato al dirigente scolastico Girolamo Arcuri, che senza perifrasi, con assoluto senso di responsabilità e professionalità, mi ha detto” - spiega Marziale - “di aver nel frattempo saputo e di avere attivato le procedure previste per sanzionare i responsabili, così come Rosanna Barbieri, dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale. Ringrazio entrambi per la rapidità e la disponibilità, che dimostra come la scuola debba intervenire, proprio per salvaguardare la dignità umana e professionale di quanti ivi lavorano, nella stragrande maggioranza con perizia e cura. E' tempo di finirla con l'occultare i danni dei pochi pensando di fare "il bene della scuola". L'immagine di una scuola prestigiosa come la "Montessori" di Crotone non è in discussione, lo sono coloro i quali hanno leso i diritti di un bambino con modalità degne del più oscuro Medioevo. Degli accadimenti relazionerò alle autorità competenti, magistratura minorile in primo luogo” - conclude Marziale - “perche' non è tollerabile che un santuario della tutela e della formazione dei nostri bambini divenga, invece, luogo di tortura. I genitori hanno il diritto di essere sicuri che i figli sono custoditi con amore. Chi non è in grado di darne, cambi mestiere".
Luigi Palumbo