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MILANO, 11 MAGGIO 2013 - «Siamo nel momento più drammatico della crisi. E non si devono rimettere in discussione le regole sul lavoro, ma occorrono politiche per la crescita», a sostenerlo l'osservatorio Cisl, dopo aver elaborato i dati Inps secondo i quali: «Nei primi quattro mesi dell'anno in media sono stati in cig in media 600.000 lavoratori equivalenti a zero ore. Ma tra questi circa 178.000 sono i posti a rischio ovvero lavoratori che dopo il fermo potrebbero non rientrare in fabbrica o in ufficio».
Nello specifico, come sottolinea la Cisl: «Nei primi quattro mesi dell'anno sono state autorizzate oltre 365 milioni di ore di cassa integrazione per una media di 530.000 lavoratori coinvolti a zero ore. Lo rileva la Cgil sulla base dei dati Inps spiegando che i lavoratori hanno perso 1,4 miliardi di euro di reddito, in media 2.600 euro a testa». [MORE]
Inoltre, i dati elaborati dall’Osservatorio della Cisl evidenziano che: «Nel periodo gennaio si è registrato un aumento del 13,07% sullo stesso periodo del 2012 con 365.037.106 ore autorizzate. Da inizio anno la cig ordinaria ha raggiunto quota 132,8 milioni di ore (+31,48% tendenziale). La cig straordinaria nel primo quadrimestre ha totalizzato 181,5 milioni di ore (+63,84% sullo stesso periodo del 2012). La cassa integrazione in deroga (cigd) ha registrato in quattro mesi appena 50,5 milioni di ore autorizzate con con un calo del 54,41% sullo stesso periodo del 2012 a causa delle difficoltà nel finanziamento dello strumento».
Per il segretario confederale Elena Lattuada:« I numeri per la cig in deroga sono lontanissimi dalla media maturata nel 2012, e che è stata tra i 28/29 milioni di ore al mese, che ci segnalano una drammatica emergenza fatta di centinaia di migliaia di lavoratori che non stanno percependo alcun reddito, sebbene ne abbiano diritto. Va posto rimedio, prima che la situazione esploda, autorizzando l'Inps a sanare il pregresso e ad anticipare le coperture fino a certezza delle risorse».
Inoltre, puntualizza la Cgil: «Gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale delle aziende tornano a diminuire e rappresentano solo il 6,65% del totale dei decreti. Un segnale evidente del progressivo processo di deindustrializzazione in atto nel Paese».
In base a quanto è emerso dai dati, ancora una volta è la meccanica il settore dove si è stato registrato il ricorso più alto alla cassa integrazione: «Sul totale delle ore registrate nel periodo gennaio-aprile, la meccanica pesa per 126.909.303, coinvolgendo 184.461 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio con 42.281.133 ore di cig autorizzate per 61.455 lavoratori coinvolti e l'edilizia con 40.342.830 ore e 58.638 persone. Se si considera un ricorso medio alla cig, pari cioé al 50% del tempo lavorabile globale (9 settimane), sono coinvolti nel periodo gennaio-aprile 1.061.154 lavoratori in cigo, cigs e in cigd. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 17 settimane lavorative, si determina un'assenza completa dall'attività produttiva per 530.577 lavoratori, di cui 263 mila in cigs e 73 mila in cigd».
E, in merito alla sicurezza sul lavoro, è intervenuto il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, che in una nota afferma: «I gravissimi infortuni avvenuti negli ultimi giorni - che hanno determinato la morte di diversi lavoratori - sollecitano tutti ad impegnarsi affinché il tema della salute delle persone e della sicurezza sul lavoro sia sempre più centrale nell'azione delle imprese, del Ministero e di tutto il Governo. Informazione, formazione, prevenzione, ma anche tolleranza zero per tutte le violazioni in materia - precisa Giovannini - devono essere sempre più le direttrici di un'attività coordinata tra gli enti e gli organi preposti, un'attività che deve richiedere tutti gli sforzi possibili perché non si debbano contare vite umane distrutte sul lavoro. A tal fine nei giorni scorsi ho attivato le strutture competenti del Ministero per valutare nuove ipotesi di intervento a breve e a medio termine».
(fonte: La Repubblica, Ansa. Fotogramma: lettera43.it. )
Rosy Merola