Covid. Rientro in aula in alcune Regioni ma dilaga protesta
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ROMA, 15 GEN - Circa 800 mila ragazzi delle superiori torneranno a scuola con il nuovo Dpcm firmato dal premier Conte, sebbene alternati in percentuali che vanno dal 50 al 75%, mentre altri - solo nelle zone 'rosse' - rimarranno a casa: è il caso delle seconde e terze medie che frequentavano in questi giorni i loro istituti in Lombardia e in Alto Adige, mentre in Sicilia, da domenica prossima 'rossa' - e dove il governatore Musumeci aveva deciso nei giorni scorsi la sospensione delle attività didattiche in presenza fino a domani per le scuole elementari e medie inferiori e fino al 30 gennaio per gli istituti superiori - sono state avviate in queste ore le operazioni di screening per alunni e docenti in vista del possibile ritorno a scuola delle elementari e delle prime medie lunedì, 18 gennaio.
Oggi è stata forte la delusione degli studenti in Lombardia dove la Regione aveva recepito la sentenza del Tar, che ha sospeso l'ordinanza sulla didattica a distanza ma che il nuovo Dpcm 'condanna' ancora a casa. Per tutto il giorno si sono susseguite occupazioni, e al liceo scientifico Severi è andata in scena una protesta 'in sicurezza': i ragazzi, che dormiranno a scuola, hanno acquistato i tamponi che sono stati fatti loro da una mamma medico.
Sit in di proteste si sono svolti anche a Piazza del Popolo a Roma, a Senigallia, in varie città del Veneto, a Cividale (Udine), a Bari, a Napoli. A Milano la mobilitazione per chiedere il rientro delle lezioni in presenza ha coinvolto anche i docenti: un gruppo di insegnanti del liceo scientifico Luigi Cremona ha lanciato un'iniziativa per il 21 gennaio, la Giornata dell'orgoglio della scuola pubblica, a cui ha invitato a partecipare quante più persone possibili, tra docenti, famiglie, studenti.
In aula lunedì 18 gennaio torneranno i ragazzi delle superiori nel Lazio, in Emilia Romagna, in Molise, in Piemonte; decisione annunciata per le prossime ore in Puglia. In Emilia Romagna il governatore Bonaccini - che con ordinanza aveva stabilito la ripresa delle superiori il 25 gennaio - ha detto che rispetterà la decisione del Tar che ha sospeso la sua ordinanza e quindi stabilito la riapertura degli istituti superiori, ma ha aggiunto di ritenere "incomprensibile come si possa affidare a singole ordinanze regionali e ad altrettante singole sentenze dei Tar regionali la soluzione della questione scuola, così cruciale per il Paese.
Noi ci siamo assunti la nostra responsabilità, adesso tocca al Governo". Anche la Flc Cgil chiede che a decidere sia il Governo, altrimenti si stanno creando "forme di autonomia differenziata", vuole che vengano cancellati da subito "i poteri inopinatamente attribuiti alle Regioni anche sulla scuola, dal decreto legge 33/20" e annuncia mobilitazioni in caso contrario.
"La didattica a distanza si è rivelata un disastro educativo, sociale e culturale. I nostri ragazzi stanno pagando un prezzo altissimo", dice la leader di FdI Giorgia Meloni. Tra novità del nuovo Dpcm anche la possibilità di svolgere in presenza le prove concorsuali selettive, con un numero di candidati non superiore a 30 per ciascuna sessione o sede di prova. Saranno quindi ricalendarizzate le prove del concorso straordinario per la secondaria di I e II grado interrotte a novembre e si darà avvio gradualmente allo svolgimento delle prove delle altre procedure concorsuali. La segretaria della Cisl scuola, Maddalena Gissi, chiede invece di rinviare le elezioni del Consiglio superiore della pubblica istruzione.
"Solo su 'Scherzi a parte' - dice - potrebbe uscire un'ordinanza come quella appena pubblicata sul rinnovo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, che fissa al prossimo 13 aprile lo svolgimento di elezioni in tutte le scuole"