Covid: in alcuni reparti già oltre 50% posti occupati
Salute Lazio Roma

Covid: in alcuni reparti già oltre 50% posti occupati

mercoledì 14 ottobre, 2020

Covid: in alcuni reparti già oltre 50% posti occupati. Criticità in Campania, Lazio, Umbria, Sardegna, Liguria, Toscana.
ROMA, 14 OTT - "Aumentano i ricoveri per Covid e in alcune realtà si supera già il 50% della disponibilità di posti letto occupati nei reparti predisposti. Non c'è un dato nazionale ma nelle regioni che hanno visto un raddoppio dei casi in pochi giorni, l'arrivo in ospedale inizia a essere importante. In particolare, un aumento dei ricoveri in area Covid si registra in Campania, Lazio, Umbria, Sardegna, Liguria, Toscana".

A spiegarlo all'ANSA è Carlo Palermo, segretario del sindacato dei medici dirigenti Anaao Assomed, commentando l'aumento dei ricoveri per infezione da Sars-Cov-2, che solo ieri sono stati in Italia 255 in più rispetto a lunedì. Un aumento accentuato dei ricoveri in terapia intensiva, precisa, "ancora non si vede perché richiede un certo lasso di tempo rispetto all'infezione. Possiamo sperare che, mantenendo la curva epidemica ai livelli attuali, non si raggiungano i livelli di criticità di marzo e aprile, considerando che ora conosciamo meglio il virus. Anche se non abbiamo un'arma decisiva, con antinfiammatori, anticoagulanti e antivirali possiamo ridurre i casi molto gravi, soprattutto se si interviene per tempo.

Per questo va potenziato testing e tracciamento". Due i punti su cui agire nel momento in cui accelerano i ricoveri: "separare strettamente il percorso tra infetti e non infetti, continuando a garantire l'attività ordinaria per non rischiare un'epidemia sottotraccia di malati non Covid causata dal mancato accesso alle cure essenziali".

Altro nodo, per alleggerire i reparti, è il potenziamento delle strutture per dimissioni protette. "Nel meridione - spiega - e in realtà con condizioni economiche più disagiate, non tutti hanno abitazioni in cui soggiornare in sicurezza. Nei reparti Covid spesso osserviamo pazienti che potrebbero essere assistiti sul territorio. Servono più strutture, come alberghi, - conclude Palermo - dove poter collocare quelli avviati alla guarigione che non possono essere mandati a domicilio perché rischierebbero di infettare altri componenti della famiglia".


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