Così è (se gli pare). Una settimana densa di avvenimenti
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Così è (se gli pare). Una settimana densa di avvenimenti

giovedì 21 marzo, 2013

ROMA, 21 MARZO 2013 – Sono Laura Boldrini e Pietro Grasso i nuovi presidenti, rispettivamente, di Camera e Senato. La Boldrini è deputata di Sel, è già stata Funzionario portavoce dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. Grasso, magistrato e politico, diventa sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo dal 1972, si è occupato di indagini sulla pubblica amministrazione e sulla criminalità organizzata. Jorge Mario Bergoglio è vescovo di Roma e dal 13 marzo Papa della Chiesa cattolica. È di nazionalità argentina, è il primo pontefice gesuita, nonché il primo proveniente dal continente americano.[MORE]

Il 16 marzo Laura Boldrini (Sel) è stata eletta presidente della Camera dei deputati e Pietro Grasso è stato eletto presidente del Senato della Repubblica. Il discorso d’insediamento pronunciato dalla Boldrini ha avuto richiami agli ultimi, agli esodati, all’antifascismo, ai detenuti e all’assoluta necessità di porre fine alla violenza sulle donne. È stata Funzionario portavoce dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati; ha conosciuto, operato, salvato e testimoniato. Ora si trova nel luogo in cui si dovrebbe cercare di dare una svolta. Ritieni sarà all’altezza delle aspettative? L’Europa tornerà ad essere un grande sogno e un approdo per i diritti delle persone?

Ritengo la nomina della Boldrini una scelta politicamente saggia. Un Presidente della Camera donna, dal profilo politico alto, ma apparentemente fuori dalla politica scandalistica e scandalosa di questi ultimi anni, una persona che non è stata mediaticamente sovraesposta è un piccolo segno, ma pur sempre un segno, di svolta. Alla Boldrini che viene dalle fila di Sel vorrei ricordare la figura di Nilde Iotti, perché c’è bisogno di un Presidente di spessore in un periodo delicato come questo. La Boldrini è sicuramente all’altezza delle aspettative europee, rientra a pieno titolo nella schiera di quella generazione di politici cresciuta all’estero, ma in questi giorni il dubbio è legato all’Europa e ai valori che rappresenta. L’europeismo va senza dubbio coltivato, nutrito. Il concetto di UE non è automatico ma deve bensì superare i regionalismi, i nazionalismi ancestrali del continente, quindi è importante avere una classe politica che crede nell’unione europea, tuttavia bisogna che l’Europa dimostra di essere non solo un unione monetaria e un insieme di accordi economici, ma l’unità dei cittadini europei. Fondamentale negli equilibri politici interni nostri sarà anche l’evoluzione della situazione cipriota. La parabola di Cipro sarà sventolata o come bandiera o come spauracchio a seconda dell’epilogo della vicenda. Di nuovo un esempio di come i destini dei Paesi europei siano già di fatto indissolubilmente legati.

I senatori grillini sono stati aspramente criticati dai sostenitori del M5S, sono stati accusati di “non saper scegliere tra un Pm antimafia e un candidato indagato per mafia. Come reputi l’elezione di Pietro Grasso?

La presenza di Pietro Grasso nelle liste del Pd mi fece già in fase preelettorale molto piacere. Saperlo Presidente del Senato mi rallegra e mi fa riflettere. Mi rallegra perché spero e credo che egli sia in grado di sobbarcarsi il peso istituzionale e storico della carica che ricopre, d’altronde viene da esperienze lavorative e di vita che temprano il carattere. Mi fa riflettere per le difficoltà emerse in fase di elezione: pensavo che la sfida con Schifani sarebbe stata vinta a mani basse, e invece. Continuo a non capire la posizione del M5S, reclamano ruoli strategici nelle “stanze dei bottoni” quando non riescono ad utilizzare al meglio i bottoni che il popolo italiano già ha assegnato loro: a che pro dovrebbero riceverne altri? Credo che prima debbano dimostrare responsabilità e conoscenza delle dinamiche politiche e poi ambire a posizioni di potere. L’onestà è fondamentale, ma non ci si improvvisa politici. L’elezione di Grasso fa capire che l’eletto, il parlamentare, il Presidente (qualunque presidente), il ministro non può essere semplicemente uno di noi, deve essere il meglio di noi riassunto in una persona. Qua sta la principale responsabilità del sedere in Parlamento, l’essere l’essenza delle qualità e delle virtù del popolo che si rappresenta.

Il neo presidente del Senato della Repubblica, nel suo discorso, ha detto di essere stato colpito da quattro parole che si trovavano in un affresco nel soffitto dell’aula, parole che sono state di grande ispirazione per la sua vita, ovvero giustizia, verità, fortezza e concordia. Ha sottolineato come sia fondamentale ricordare le oltre 900 vittime della criminalità organizzata per il loro impegno e sacrificio. Si è soffermato sulle parole pronunciate dalla moglie dell’agente Vito Schifani nel giorno del funerale, morto nella strage di Capaci in cui persero la vita Falcone e la moglie. Giustizia e cambiamento sono davvero le sfide che ci attendono?

Il discorso del neo Presidente del Senato è stato pronunciato in un giorno particolare e da una persona particolare. Grasso ha pescato nel suo vissuto, si è presentato come quello che è. Io avrei fatto emergere meno il magistrato, ponendo più l’accento sulla nuova veste politica, ma è solo la mia opinione. Il discorso è stato bello e totalmente condivisibile, come anche uno dei primi gesti istituzionali, ovvero il taglio dello stipendio. Mossa corretta e furba, gli italiani hanno bisogno anche di questo. Ora ci attendono i veri cambiamenti, i veri gesti coraggiosi, il ritorno ad una legalità smarrita e a quel senso di servizio al Paese che tutta la classe politica italiana deve riacquisire. Il primo passo sarà la nomina del Presidente del Consiglio.

Il discorso di Pietro Grasso è stato accolto da diversi applausi. Il Cavaliere non si è unito quando il presidente del Senato ha auspicato l’istituzione di una nuova commissione d’inchiesta sulle stragi rimaste impunite. Riferimenti personali?

Le stragi rimaste impunite sono un capitolo tragico della nostra storia, ognuno di noi dovrebbe sentirne il peso che tuttavia non può e non deve essere legato solo al concetto di mafia o criminalità organizzata; bisogna sentire il peso di una legalità che si è persa, che si impantana quotidianamente nelle aule di tribunale, nei processi che durano decenni e che alimentano conseguentemente il pernicioso senso di impunità in molti di noi. L’atteggiamento poi di alcuni rappresentanti delle classe politica italiana non aiuta certo il radicamento del concetto di legalità e giustizia. Una seria riforma della giustizia dovrebbe andare di pari passo con l’assegnazione di risorse alle forze dell’ordine, con un atteggiamento rinnovato della politica e con una strenua lotta a tutti i crimini, senza depenalizzazioni. Allora chi delinque si impesierirà.

Una toccante attenzione da parte della Boldrini è stata riservata ai poveri, «dovremmo ingaggiare una battaglia vera contro la povertà e non contro i poveri». Anche Papa Francesco ha posto subito l’accento del suo pontificato sulla povertà, accolta perfino nel nome, scelto con chiaro riferimento a san Francesco di Assisi, «l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato. È l’uomo che ci dà questo spirito di pace. Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri», ha dichiarato il Pontefice. Cosa rappresenta in questo clima l’elezione del nuovo Papa?

Senza entrare in una analisi della persona del nuovo Pontefice, che non conosco e che poco ha ancora fatto per potere esprimere qualsivoglia giudizio che non sia superficiale, credo che la scelta di Bergoglio al soglio pontificio sia emblematica. La parola chiave di questo inizio di pontificato di Francesco è stata “povertà”. Non solo c’è bisogno di volgere lo sguardo e l’attenzione ai Paesi più in difficoltà, ma è necessario ripensare il nostro stile di vita in una chiave più modesta e più parca nel rispetto del pianeta in cui viviamo e di quella povertà che non ci è più così estranea, così lontana. Il nostro Presidente della Camera e il nuovo Papa hanno fatto notare a tutti coloro che ancora non hanno chiaro il quadro della situazione che l’aria è cambiata e che ancor di più deve cambiare. Non si parla più soltanto di pietas nei confronti di chi ha meno di noi, ma di un radicale cambiamento dei modelli esistenziali, dei principi di vita in comunità, dei nostri rapporti con il creato. Gli equilibri mondiali stanno costantemente cambiando, la Chiesa cattolica pare avere dato segno di comprendere il cambiamento in atto, adesso dobbiamo vedere quanto Francesco sarà capace di traghettare la Chiesa in questa nuova era.

 Giulia Farneti e Alessandro Bertolucci

 


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