Cosa c'è da sapere sulla legalizzazione della cannabis in Italia
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MILANO, 4 LUGLIO 2015 - Circa due settimane è stata presentata in Parlamento una prima bozza di legge a vantaggio della legalizzazione delle droghe leggere, attraverso l’Intergruppo parlamentare presieduto da Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri, e che coinvolge oltre cento parlamentari. [MORE]
L’8 marzo, con la nostra testata, scrivevamo della necessità di un approfondimento del tema a seguito della relazione della Direzione Nazionale Antimafia, la quale aveva di fatto bocciato tutte le tecniche, nonché l’atteggiamento proibizionistico, utilizzato sulla risoluzione di una problematica che da sempre avvantaggia le casse della criminalità organizzata, nazionale e non solo. «Davanti a questo quadro spetterà al legislatore valutare se in un contesto di ampio respiro sia opportuna una depenalizzazione della materia». Questo il monito del Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti. Dichiarazioni che di fatto aprirono un nuovo spiraglio ad una riconsiderazione della lotta alla diffusione dei cannabinoidi.
«Caro collega, cara collega, ti invito a iscriverti e a partecipare all’Intergruppo parlamentare per la legalizzazione e la depenalizzazione della marijuana». Questa la mail inviata a tutti i deputati e senatori (vi hanno aderito membri bipartisan), dal senatore Della Vedova , da sempre vicino al tema già ai tempi della sua esperienza politica nei Radicali Italiani. L’idea è quella di un possibile rilancio dal punto di vista economico: dare allo Stato, togliendo alla criminalità. In che modo? Innanzitutto evitando inutili sprechi sull’utilizzo dei mezzi proibizionistici, particolarmente costosi ed ormai logorati da un sistema troppo complesso e difficile da smascherare nella sua completezza. L’altro aspetto sarebbe legato alle entrate nelle casse dello Stato: quanto vale allora la marijuana libera? Le prime cifre elaborate si collocavano a marzo tra i 7 e i 10 miliardi. Ora pare siano addirittura in rialzo, in una forbice che si aggira tra i 12 e i 24 miliardi.
Un business non di poco conto, che andrebbe ad aggiungersi a quello di tabacco e alcool (peraltro sostanze considerate maggiormente nocive rispetto alla cannabis), e che offrirebbe un sostentamento persino umano, considerato che la depenalizzazione permetterebbe di alleggerire il carico giudiziario e contenere la complessa problematica del sovraffollamento delle carceri. Dopo due mesi di lavoro, la proposta di legge è dunque arrivata. Quali ne sono i fondamenti?
Tutte le novità. La proposta di legge, intitolata «Norme per la legalizzazione della cannabis e dei suoi derivati», cerca di giungere ad una proposta aperta all’intero Parlamento, prescindendo da colore ideologico-politico. Un grande passo avanti, in considerazione dell’atteggiamento italiano sul tema negli ultimi dieci anni (si pensi all’impianto base della legge Fini-Giovanardi).
Si legge nell’art.1 –bis della bozza: «E’ consentita a persone maggiorenni la coltivazione e la detenzione personale di piante di cannabis, nel limite di cinque di sesso femminile, e del prodotto da esse ottenuto». Allo Stato andrà comunicata, attraverso raccomandata con avviso di ricevimento o posta elettronica certificata (PEC), l’intenzione di procedere con la coltivazione. Consentita anche la coltivazione ‘in forma associata’ sul modello dei cannabis club già sperimentati in Spagna. Si resterà chiaramente anche qui nel limite di cinque piante. Circa la detenzione personale, il limite è pari a cinque grammi lordi «per la detenzione in privato domicilio». Esclusa dunque la possibilità di usufruirne in luoghi pubblici. Sono inoltre notevolmente depenalizzate le pene e torna la distinzione tra droghe leggere e pesanti, sulla quale si era peraltro espressa la stessa Corte Costituzionale nella sentenza 32/2014, rilevando l’illegittimità costituzionale della disposizione della legge Fini-Giovanardi.
Sulla depenalizzazione non saranno punibili fattispecie di lieve entità: secondo la ratio, «si depenalizza la cessione di cannabis di modiche quantità, nei limiti previsti dalla coltivazione personale in quanto presuntivamente preordinata al consumo personale». Il sistema monopolistico (art.5), attraverso l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, si occuperà di fornire licenza per la coltivazione e la vendita al dettaglio, «in esercizi commerciali destinati esclusivamente a tale attività».
Novità già entro l’estate? L’obiettivo dichiarato dall’Intergruppo, dopo la proposta di legge, è rappresentato dalla calendarizzazione in Parlamento, entro l’estate, della discussione della bozza di legge, per avviare le discussioni che contano. Molto più delle buone intenzioni e del buon impianto legislativo sul quale si è lavorato. Nonostante infatti la soddisfazione di coloro che hanno elaborato la proposta (su tutti i membri dell’Intergruppo in quota M5S) le desuete strade del proibizionismo sono sempre dietro l’angolo e potrebbero compromettere una proposta piuttosto innovativa e coraggiosa.
foto da: psicologidelbenessere.it
Cosimo Cataleta