Corte dei Conti: «Ondivaga e contraddittora la lotta all'evasione». Criticato il redditometro
Economia Lombardia

Corte dei Conti: «Ondivaga e contraddittora la lotta all'evasione». Criticato il redditometro

lunedì 3 giugno, 2013

MILANO, 03 GIUGNO 2013 – Dura la posizione della Corte dei Conti riguardo alle azione poste in essere dalla passata legislatura in materia di evasione fiscale. Questo è quanto emerge dall'ultimo rapporto sulla finanza pubblica dei magistrati contabili, secondo cui la lotta all'evasione «continua ad essere un elemento centrale e imprescindibile nell'azione di risanamento della finanza pubblica, ma la strategia adottata dal legislatore nel corso della passata legislatura è stata caratterizzata da andamenti ondivaghi e contraddittori».

In particolare, per la Corte dei Conti la lotta all'evasione fiscale è fondamentale ai fini del rafforzamento del bilancio dello Stato. Poi passa all’analisi degli strumenti che sono stati introdotti, affermando che «il problema dell'evasione non si potrà risolvere con il solo redditometro», puntualizzando che, «il clamore mediatico suscitato dal nuovo meccanismo di ricostruzione sintetica dei redditi appare francamente sproporzionato alle limitate potenzialità dello strumento e alla presumibile efficacia dello stesso che continuerà, inevitabilmente, a costituire un criterio complementare per l'accertamento dell'Irpef». [MORE]

In riferimento allo «spesometro» - attraverso cui vengono registrate tutte le operazioni verso i consumatori finali di importo pari o superiore a 3.600 euro – la Corte ha evidenziato alcuni «rischi, tra i quali effetti negativi sui consumi o, peggio, l'aumento della propensione ad effettuare acquisti di beni e servizi in nero».

I magistrati della Corte dei Conti concludono, «Il tumultuoso succedersi e affastellarsi di decisioni, non sempre coerenti porta a sottolineare, sul piano più generale, l’esigenza di un significativo mutamento nella strategia fiscale perseguita dal legislatore, che piuttosto che perseguire il recupero delle somme non versate dopo che l’evasione si è prodotta, possa favorire maggiormente l’emersione spontanea delle basi imponibili e la tempestiva acquisizione delle relative imposte attraverso un uso più efficace delle moderne tecnologie informatiche e telematiche e un ruolo attivo degli enti finanziari coinvolti».

(fonte: La Repubblica, Ansa)

Rosy Merola

 


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