Convegno accusato di omofobia, Comune e presidente Bie contro Maroni: via il logo dell'Expo
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MILANO, 9 GENNAIO 2014 - Da un lato il logo ufficiale dell’Expo che diventa questione di diatriba tra la Regione ed il Comune. Dall’altro, un convegno organizzato per il prossimo 17 gennaio, giornata della famiglia, da associazioni cattoliche, nella fattispecie da Obiettivo Chaire e Alleanza Cattolica, che si prefissa come argomento di discussione la cura dell’omosessualità.
Il tutto con il beneplacito della Regione Lombardia ed il suo governatore, Roberto Maroni, che ne dovrebbe concludere i lavori.
Nel mezzo si incontrano alcune lecite istanze: quella del Comune e del presidente della Bie (Bureau International des Expositions), che chiedono la rimozione del logo dell’Expo dalla locandina o qualunque cosa che abbia a che fare con tale convegno, e quelle provenienti da tutta una serie di associazioni con a capo l’Arcigay e la Camera di Lavoro di Milano, le quali, oltre ad opporsi anch’esse alla presenza del logo dell’Expo, denunciano il convegno stesso annunciando un presidio di protesta dal titolo “L’unica malattia è l’omofobia”.
Il Comune di Milano, come detto, si è fortemente opposto all'uso del logo all'interno di tale manifestazione, chiedendone l'immediata rimozione. Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, ha affermato: «Continuo a pensare che Expo non abbia bisogno di polemiche e divisioni. Quel che è certo è che l’esposizione universale di Milano, che l’Italia sta preparando con tanta passione e tanto impegno, sarà una grande piazza di dialogo dove tutti troveranno cittadinanza. Expo 2015 è sinonimo di rispetto e tolleranza e nessuna strumentalizzazione potrà fare venire meno questo nostro caposaldo».
Piuttosto pesanti sono state le parole pronunciate durante un'intervista rilasciata al quotidiano "la Repupplica" dal presidente della Bie, Vicente Gonzales Loscertales: «Mi fa l'effetto di un abuso. Un'Esposizione universale è una manifestazione basata sul rispetto di tutto e di tutti. Non è un evento partigiano o politico e non può essere mai discriminatorio di gruppi di cittadini che hanno il diritto di avere le proprie opinioni religiose, i propri orientamenti sessuali. Utilizzare in modo abusivo a fine politico il logo non è accettabile ed è in contraddizione con i valori di Expo e del Bie».[MORE]
E alla domana se il Bie prenderà provvedimenti, il presidente Loscertales ha risposto: «Scriveremo una lettera al commissario unico Giuseppe Sala che sarà inviata in copia al ministro che ha la delega a Expo, Maurizio Martina, per chiedere di fare di tutto per eliminare il logo di Expo dal convegno».
(Immagine da espresso.repubblica.it)
Giovanni Maria Elia