Confessioni di un indagato per Stalking: "Per me c'era stato anche un sentimento"
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SCALEA (CS), 16 OTTOBRE 2015 - Il 22 Agosto scorso, le agenzie di stampa e i media locali calabresi hanno diffuso la notizia dell'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare a carico di un trentasettenne accusato di atti persecutori nei confronti di una dipendente di 24 anni, di origini argentine.
Oggi, a distanza di quasi due mesi, abbiamo deciso di pubblicare un’intervista dell'uomo che, terminati i 41 giorni di domiciliari, ha deciso di rilasciare spontaneamente una propria versione dei fatti, ad Info Oggi.
La posizione del nostro Giornale è chiaramente super partes rispetto alla vicenda e non sappiamo nel dettaglio quale sia lo svolgersi o il procedere delle indagini, decidiamo comunque di dare spazio a quest’uomo accusato di Stalking per dovere di Cronaca e per un servizio pubblico completo, che miri esclusivamente all’Informazione più pura, su quanto ancora stia accadendo: e cioè, l’uomo continua a manifestare la propria innocenza e la donna ne ribadisce la colpevolezza.
Abbiamo provato a contattare anche l’accusa ma per questioni logistiche non è possibile avere, in questo contesto, entrambe le deposizioni. Nei limiti del possibile, la nostra Testata si rende disponibile a riservare uno spazio alla controparte, quando lo riterrà opportuno, affinché si giunga al più presto alla verità tutta intera.
Il signor Mario (per questioni di anonimato abbiamo deciso di chiamare il nostro interlocutore con uno pseudonimo) ha dichiarato di aver scelto di raccontare la sua storia ad InfoOggi perché, dopo aver letto tutti gli articoli sulla vicenda dalle varie testate, ha ritenuto che il nostro quotidiano “Non desse nulla per scontato. In realtà, secondo me – ha proseguito Mario - anche le autorità e le agenzie dovrebbero essere più precise nello scrivere comunicati stampa; per esempio: una cosa è dire che a seguito delle indagini si è proceduto all'arresto, un’altra sarebbe stata quella di sottolineare che si è proceduto all'arresto perché io ho insistito, con la ragazza, nell'intento di farle ritirare la prima denuncia rispetto alle accuse che la parte offesa mi aveva rivolto”.
Ricordiamo che le accuse rivolte al signor Mario non sono ancora provate, perché il processo non è stato ancora fissato. A tal proposito l’accusato sottolinea che: “Se le indagini ci fossero state veramente, sarebbe emerso che tra me e la ragazza che lavorava con me c’era una relazione. Non sono un imprenditore romano, come titolato dai quotidiani, ma un manager di una società finanziaria che si occupa di multiutility.
Nello specificare quali siano i reati per cui è formalmente indagato e il perché sia stato denunciato, l’uomo afferma di essere “indagato” e di essere stato “arrestato per stalking. Per atti persecutori. Il mio arresto - specifica Mario - è l’applicazione di una misura cautelare, non è una condanna”. Secondo quanto dichiarato dall’uomo al nostro giornale “fino a metà Luglio, anche se negli ultimi due mesi la relazione si stava affievolendo, io e lei siamo stati sempre attenti a non farci scoprire”.
Intorno a Giugno, però, visto che alcuni colleghi avevano sospettato la relazione, i due si sarebbero “messi d’accordo” per evitare che la moglie di lui scoprisse tutto. “C’era una sorta di accordo fra noi - afferma l’uomo - perché riusciva a pagare l’affitto grazie al mio aiuto. Quando però ho deciso di troncare la relazione mi ha ricattato dicendo che, se non le avessi continuato a pagare la pigione o se non l’avessi aiutata a trovare un altro lavoro, sarebbe andata da mia moglie a raccontarle tutto”.
Nell’ultimo mese di relazione, secondo quanto affermato da Mario, i litigi tra lui e la collega sarebbero diventati più accesi, ma “sempre verbali e mai fisici”, specifica l’accusato. “I colleghi – prosegue - si erano resi conto che tra me e la ragazza c’era qualcosa che andava oltre l’attività lavorativa.
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“Il 22 Luglio – specifica Mario – ho commesso un grave errore: chiamo sul posto di lavoro in cui stava effettuando un periodo di prova, parlo con il titolare il quale a causa mia interrompe l’accordo e la manda via. Il giorno successivo – prosegue l’uomo - mi sono recato in agenzia per chiedere scusa al responsabile, pregandolo di richiamare la ragazza e farle terminare la prova di lavoro. So che sia stata richiamata ma poi non sia più ritornata”.
“Quello stesso 22 Luglio, uscita dall’agenzia immobiliare, la ragazza si reca presso la Polizia e presenta una prima denuncia, dichiarando che io fossi invaghito di lei e che tra noi due non ci fosse mai stato nulla”, - sottolinea l’uomo. “Per difendermi avrei dovuto dire la verità e a quel punto mia moglie avrebbe scoperto tutto ed avrei rovinato il mio matrimonio, quindi ho deciso di tacere”.
Da quel momento, secondo quanto afferma lo stesso Mario, sarebbe entrato in uno stato di panico “desiderando esclusivamente che lei ritirasse la denuncia in modo tale da nascondere il tradimento a mia moglie”.
Contattato dalla Polizia la settimana successiva, apprendendo dunque della denuncia, l’uomo sarebbe stato “informato del divieto di avvicinamento alla donna. Di lunedì – specifica - avevo l’interrogatorio da parte del Gip, nel quale ho raccontato i fatti, portando le prove che tra me e la ragazza ci fosse davvero una relazione. Il giudice a quel punto ha ritirato il divieto di avvicinamento”. “Il mio stalking - prosegue - consiste nell’averle chiesto di ritirare la prima accusa contattandola telefonicamente”.
Nello specificare le motivazioni dell’arresto Mario afferma che il 10 agosto prova a richiamare la donna ma, afferma: “Dopo un primo tentativo nella giornata, risponde il Maresciallo dei Carabinieri di Scalea e mi chiede il motivo per il quale la stia cercando. Gli ho spiegato della denuncia in corso e delle mie paure e in una seconda telefonata, diretta proprio in Caserma, lui mi ha suggerito di rivolgermi a un legale, di non chiamare più la ragazza e di rasserenarmi, fiducioso che la situazione si sarebbe sistemata”.
“Il 12 agosto è scattato un ordine di cattura nei miei confronti, ma del quale ero del tutto ignaro. Negli atti emerge che le forze dell’ordine mi hanno cercato nella mia abitazione a Roma senza però trovarmi. Il 19 agosto - specifica Mario - chiamo nuovamente in Caserma e chiedo di parlare con il Maresciallo. Non sapendo che ci fosse un ordine di cattura nei miei confronti. Parlo con lui dicendogli di aver seguito il suo consiglio di non contattare più la ragazza e gli chiedo di chiamarla per farle ritirare la denuncia. Il Maresciallo mi comunica che chiamerà la ragazza e mi chiede se posso recarmi a Scalea per chiarire la situazione. Gli ho confermato quindi che la mattina seguente mi sarei presentato da lui. Ho chiamato un mio amico residente in Calabria per farmi accompagnare, dato che non ero mai stato a Scalea, anche se negli atti emerge che avrei trascorso tutto il mese di Agosto lì. Basterebbe controllare per verificarlo. Sono partito da Roma alle 20.00 e avevo appuntamento con il mio amico di Cosenza all’una. Insieme a lui mi sono recato in albergo e abbiamo deciso poi di uscire a mangiare qualcosa ma, a un posto di blocco, una pattuglia ci ha fermati per controllare i documenti e, dopo averli verificati, mi è stato comunicato che ero in stato di arresto”.
L’uomo conclude sottolineando quanto siano stati difficili i 41 giorni di domiciliari: “Come la notte trascorsa in cella. Mi sono reso conto – prosegue - di aver sbagliato tradendo mia moglie. Nei giorni ai domiciliari ho iniziato a studiare il reato di stalking, arrivando alla conclusione che se ci fosse stato un medico psichiatra, ad aiutare le forze dell’ordine durante le indagini, forse non mi avrebbero definito un soggetto pericoloso e avrebbero potuto appurare che la ragazza non ha raccontato loro tutta la verità”. E aggiunge: “Durante le indagini preliminari si dovrebbe prevedere sempre un punto di vista psicologico, ovvero occorrerebbe - specifica Mario - la valutazione di uno psichiatra per appurare che la presunta vittima abbia dichiarato la verità, se sussistono le condizioni di un perdurare stato di ansia e di paura e, soprattutto, per verificare la pericolosità sociale del presunto stalker”.
Luigi Cacciatori
Immagine da guida.supereva.it