Confesercenti: nel 2015 ogni giorno spariscono 30 imprese. Oltre 627mila locali sfitti
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ROMA, 08 OTTOBRE 2015 – «La crisi economica, le liberalizzazioni e gli affitti che, soprattutto nelle aree di pregio commerciale, sono sempre più elevati, stanno svuotando le città di negozi». Così, il presidente nazionale di Confesercenti, Massimo Vivoli, ha commentato gli ultimi dati allarmanti diffusi dall’Associazione e raccolti in base alle rilevazioni delle imprese di intermediazione immobiliare.[MORE]
Secondo il rapporto di Confesercenti, dall’inizio dell’anno sono venute meno ogni giorno circa 30 imprese commerciali, mentre ammontano ad oltre 627mila i locali commerciali sfitti (quasi uno su quattro), poco meno del 25% del totale disponibile, arrivando a sfiorare il 40% in alcune periferie. Sul punto, aggiunge Massimo Vivoli: «I segnali della resa delle botteghe sono ben visibili nelle migliaia di saracinesche abbassate che si affacciano su strade che erano il regno dello shopping, ma che ora sono sempre più deserte e sempre meno sicure».
In tre anni, dal 2012, oltre 300mila imprese hanno cessato la propria attività a causa della grave crisi del commercio. Le regioni più colpite dalla desertificazione sono quelle a maggiore densità di locali ad uso commerciale: sul podio la Lombardia (oltre 82mila), seguita da Campania (circa 70mila) e Lazio (circa 62mila).
Per incoraggiare nuove aperture, l’associazione propone l’introduzione di canoni concordati e cedolare secca anche per gli affitti di locali commerciali, un sistema già previsto per le locazioni abitative: questo meccanismo “combinato”, che Confesercenti auspica possa essere contemplato dalla prossima legge di stabilità, nell'arco di due anni dovrebbe favorire la nascita di circa 190mila negozi. L’associazione, inoltre, stima che «per il fisco centrale e locale – tra gettito Irpef, Tari e Irap pagate dalle imprese – sarebbe un introito aggiuntivo di 1,5 miliardi di euro».
Domenico Carelli
(Foto: umbria24.it)