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MILANO, 31 MARZO - L’Italia rischia la stagnazione, e la fine della “cura Draghi” farà emergere i limiti della nostra economia. Questo è quanto dichiarato da Confcommercio oggi. Previsioni preoccupanti, dunque, quelle per il futuro a breve termine.[MORE]
Tra i principali fattori di pericolo, Confcommercio individua i dazi minacciati da Trump: “sono un rischio per chi li subisce così come per chi li impone”. “Siamo gli eredi della tradizione dei mercanti italiani e di Marco Polo, crediamo nella libertà del commercio” ha poi dichiarato Carlo Sangalli, il presidente.
Dati alla mano, per l’anno in corso il trend è ancora di ripresa, con il PIL che aumenterà dell’1,1%. Le previsioni peggiorano però per il 2018, quando a fronte di un atteso 1,2%, la crescita potrebbe limitarsi allo 0,8%: un tasso potenzialmente inferiore anche a quello della Grecia, da anni ormai fanalino di coda in Europa.
A giocare un ruolo determinante nella contrazione dei ritmi di crescita, sarebbe l’incertezza. Nonostante la presenza di fattori favorevoli, come la messa in atto di politiche di incentivi, la crescita occupazionale e l'inflazione a zero, resta infatti in caduta la fiducia dei consumatori, con il segno meno ormai dal 2016.
La ricetta per evitare la stagnazione, secondo Sangalli, richiede necessariamente il superamento di due ostacoli alla ripresa: la fragilità strutturale dell’Italia (eccesso di burocrazia, carenze infrastrutturali), e l’eccessiva pressione fiscale (ad oggi ferma al 43% del Pil).
Per Confcommercio è fondamentale ridurre il carico su famiglie e imprese, abbassando le aliquote Irpef con provvedimenti strutturali e non “secondo la logica dei bonus e degli spot”. “Un taglio del cuneo fiscale, inoltre, non dovrebbe comportare in alcun caso un aumento dell’IVA”, ha sottolineato Sangalli.
Parole di apprezzamento, infine, sono state espresse dal presidente nei confronti del governo Gentiloni per aver dichiarato di condividere le posizioni di Confcommercio.
Paolo Fernandes
Foto: ITB-china.com