Cogliere il profumo del cielo, sebbene l’aria malsana
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Ad una buona fede segue una conversione limpida e senza ombre. La conversione vera porta all’abbandono del pensiero del mondo con le sue contrarietà e i suoi comportamenti dannosi che sfociano nella cattiveria, nell’iniquità, nel vizio, nel peccato. Il passo seguente è la candidatura alla luce, alla giustizia, alla verità.
La conversione non arriva facilmente se non c’è chi accompagna e segue le aperture del cuore all’obbedienza nella Parola. C’è bisogno come il pane di chi predichi il vangelo e porti la speranza viva dentro il petto degli uomini, frastornati da mille rumori e da ripetute informazioni politiche, sociali, commerciali redatte a tavolino.
Non servono spazi interiori privi di amore celeste, ma aperture dell’anima che oltrepassano le cose terrene e le volgono verso la comunione, la condivisione, la riconciliazione, la concordia umana e di natura. C’è troppa gente distratta, sperduta tra i “prodotti” tangibili di una società che non reagisce al peso imponente di illusioni e falsificazioni che le sono state poggiate sulle sue pur grosse spalle.
Tutti gli uomini, quindi ogni cristiano, hanno addosso una parte di questo “peso” che si può gestire, alleggerire, far sparire e di riflesso contagiare chi sta vicino. Tutto come se fosse un pugno di lievito, ben conservato nella sua ciotola di coccio e ben avvolto in un morbido panno che lo riscalda e lo protegge dall’esterno.
La porzione di lievito passando a momento debito da una persona all’altra lievita il nuovo cuore e la nuova mente incontratati nel Signore, riducendo giorno dopo giorno il peso di una società spiritualmente debole. Ma oggi è facile convertirsi e rimanere tali?
Lo si può fare senza fare spettacolo e usare qualche frase del vangelo per “infierire”, anche se a parole sembrerebbe l’opposto, sulla gente ingenua che ascolta e crede. Per entrare in profondità delle cose dette fino adesso è cosa buona e santa leggere qualche distinta nota teologica, ampiamente condivisa e che va al di là dei fatti specifici.
“Senza conversione non si riceve la grazia. Si rimane nel peccato. Oggi è divenuta impossibile la conversione a motivo della vera Parola del Vangelo che non viene più predicata nella purezza della dottrina. Oggi si procede a sentimento, gusto, parzialità, si vuole il cuore e si esclude la mente, si parla di misericordia, raramente di verità. A quanti poi un tempo sono venuti alla fede riesce difficile se non impossibile conservare questo dono preziosissimo integro e puro”.
Viene fuori in modo chiaro come l’uomo senza conversione non potrà mai conoscere la grazia e senza quest’ultima avere la capacità di correlarsi e rapportarsi con Dio. Serve ad ognuno un vero percorso di fede anche se personale e ben cucito addosso. I tempi odierni non sono facili perché spira la bufera del relativismo da ogni direzione, facendo avanzare i gesti al contrario di quelli che portano a guardarsi e maturarsi dentro.
S'onora la non giustizia, la non fede, la non armonia del cuore, la non comunione, la non verità…! Si sceglie di riflesso il male ben vestito e incipriato. E spesso il cristiano, come tanti altri non credenti, non è il difensore del “Verbo”, ma colui che si imbosca in un mare di dialoghi perpetui e pronti a frullare assieme ogni cammino di fede.
Il risultato immaginato da questa maionese spirituale non è altro che l’unità corale tra i popoli nelle buone e giuste cose, mentre in realtà si accompagna l’uomo in un mondo ambiguo e accattivante ponendolo al centro di ogni attività del suo corpo, della sua mente, de suo cuore. Un uomo sulla carta forte, da imitare, da incoraggiare, da impreziosire, da fidelizzare.
In realtà viene fuori un uomo prigioniero del sentimentalismo religioso, del relativismo etico e culturale, dell’edonismo che mette l’appagamento fisico al primo posto tra le cose vissute. Il piacere mette tutti d’accordo, il sentiero evangelico molto di meno, anche tra gli stessi cristiani. Scrive il teologo:
“Impossibile invece superare la sfida che oggi viene al credente in Cristo dai suoi molti fratelli che si dicono di fede, ma che non lo sono. C’è un coro ininterrotto nel quale ognuno canta i suoi pensieri. Nella non fede si è tutti concordi. Difficile trovare accordi sulla retta fede. Si deve dimorare nello Spirito Santo, piantati nel cuore di Cristo Gesù, crescendo nell’amore del Padre con una obbedienza perfetta”.
Tolta l’obbedienza perfetta nella Parola si costruisce un cristianesimo di facciata, senza una verità e una vera identità alle spalle e quindi non capace di fermare il falso che cresce a dismisura. Ciò che è ingannevole si può mostrare, declamare, ma scartando Dio non si può minare alle sue radici ed estirpare per il bene universale.
Ovunque invece questo gesto finale si possa riempire di verità oggettiva il male sarà obbligato a cadere e dare il passo a tempi migliori, di pace, di benessere materiale e spirituale nella giustizia e nella grazia. Lo storia tutto ciò lo attesta, l’uomo vero di Dio lo riprova e lo garantisce ad ognuno che si apre all’obbedienza nella Parola.
Non si tratta di confidare in un racconto inventato, ma in una realtà elevata che può cambiare le singole vite terrene e far percepire a più gente possibile, nonostante gli odori malsani attorno, il profumo del cielo.
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