Città del Vaticano, pedopornografia: mandato d'arresto per Monsignor Capella
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CITTà DEL VATICANO, 07 APRILE - Le autorità della Santa Sede hanno decretato l’emissione di un mandato di arresto per il Monsignor Carlo Alberto Capella, rappresentante diplomatico a Washington, con l’aberrante accusa di possesso e distribuzione di materiale pedopornografico.[MORE]
Secondo quanto comunicato in una nota dal Vaticano: “Questa mattina su proposta del Promotore di Giustizia, il Giudice Istruttore del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha emesso un mandato di cattura a carico di Mons. Carlo Alberto Capella. Il provvedimento è stato eseguito dalla Gendarmeria Vaticana. L’imputato è detenuto in una cella della caserma del Corpo della Gendarmeria, a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’arresto giunge al termine di un’indagine del Promotore di Giustizia”.
La vicenda ha avuto inizio il 21 agosto 2017 quando, a seguito di numerose indagini, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America decise di informare il Vaticano della possibile violazione, perpetrate da un membro della missione diplomatica della Santa Sede a Washington, delle norme in materia di immagini pedopornografiche. Infatti, il reato di cui si parla è disciplinato dalla Santa Sede nella legge numero VIII del 2013. Un mese dopo le accuse del governo americano, anche il Canada decise di emettere un mandato di arresto per monsignor Capella, accusando l’uomo di possesso e distribuzione di materiale pedopornografico. L’inchiesta canadese era stata condotta sul web a seguito di alcuni avvisi diffusi dal Centro nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento dei bambini. Le accuse per il monsignore riguardavano il periodo tra il 24 ed il 27 dicembre 2016 mentre era in visita in Ontario.
A seguito delle accuse dei due Stati “La Santa Sede secondo la prassi adottata dagli Stati sovrani, ha richiamato il sacerdote in questione il quale si trova attualmente nella Città del Vaticano. Ricevute le informazioni dal governo statunitense, la Segreteria di Stato le ha trasmesse al Promotore di Giustizia del Tribunale vaticano. Il Promotore di Giustizia ha aperto un’indagine ed è stata già avviata una collaborazione a livello internazionale al fine di raccogliere elementi relativi al caso. Si ricorda che, come è previsto dalle leggi vigenti per tutte le istruttorie preliminari, le indagini del Promotore di Giustizia sono protette dal necessario riserbo istruttorio”. Oggi la Sala stampa vaticana ha finalmente annunciato l’esito di tali indagini.
Fonte immagine: biografieonline.it
Caterina Apicella