Cisal: "Una strana spending review. Con una mano taglia e con l'altra spreca"
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ROMA, 19 MARZO 2014 - (Riceviamo e pubblichiamo) Una strana, stranissima spending review, quella a cui milioni di italiani stanno assistendo, tanto da far sorgere il dubbio, più che legittimo, se ciò di cui tanto si sta parlando sia una giusta e doverosa rivisitazione ed ottimizzazione della spesa pubblica, oppure se ci si appresta ad essere vittime dell’ennesimo grande bluff messo in atto dalla politica nostrana.
E’ quanto si chiede, insieme a milioni di sfiduciati italiani, Paola Saraceni, Segretario Generale del Dipartimento Ministeri, Sicurezza e Presidenza del Consiglio dei Ministri della CISAL, che rivolge la propria domanda al mondo della politica in generale ed al governo in particolare.
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Mentre si programmano tagli alle spese che andranno ad abbattersi come una mannaia su una parte dei cittadini, si avviano operazioni che comportano spese eccessive, inopportune e sperequative. Con una mano, da un lato, si da – o si promettono – alcune decine di euro a chi, a mo’ di bancomat del governo negli ultimi anni , ha di fatto sopportato il peso del risanamento-sistemazione dei conti pubblici mentre era in atto una grave recessione economica. Con l’altra, si taglia drasticamente - non con il bisturi, ma con l’accetta - togliendo di fatto, ben più di ciò che si concede (vedasi ad esempio il taglio alle detrazioni per coniuge a carico).
Si taglia – chiosa la Saraceni - ad esempio la spesa sanitaria (sono sempre più numerose e di costo maggiore le cure a carico dei cittadini) e quella sull’istruzione (si è anche avuto il barbaro coraggio di ridurre drasticamente il numero degli insegnanti di sostegno togliendo in pratica , a chi è già per sua natura in situazione di difficoltà, la possibilità di ricevere il giusto ed indispensabile aiuto di cui necessita). Si vende – o meglio si svende - il patrimonio pubblico (salvo poi prendere in affitto a costi elevatissimi ciò che prima si possedeva sperperando, di fatto, ben più del ricavato dalle cessioni); si tagliano i servizi, ivi compresi quelli indispensabili e/o più ordinari (vedasi il degrado generale oggi esistente nelle periferie romane dove la gente muore anche a seguito di banalissimi ed evitabilissimi - se le strade fossero appena sistemate- incidenti stradali); non si provvede a bonificare i territori consentendo che una seppur abbondante pioggia faccia più danni di numerosi tornado negli Usa, e non solo.
Mentre – prosegue la Dirigente sindacale – si persevera, insistentemente e scientemente con l’attacco al pubblico impiego (contro il quale è stata fatta in passato – e si continua a farlo oggi – una pressante campagna diffamatoria e di delegittimazione) che si concretizza con annunci di mobilità di decine di migliaia di dipendenti (85mila sono gli esuberi a parere di Cottarelli), oltre al già applicato blocco del turnover e degli stipendi (anche di quelli con i quali si stenta ad arrivare alla fine del mese); mentre si programma la chiusura e accorpamenti di uffici pubblici, dai ministeri, ai tribunali e agli enti locali, oltre che tagli sempre maggiori su sanità e scuola, ovvero si smantellano pezzi consistenti dello Stato in nome di un indispensabile risparmio pubblico, si spende e si spande in modo a volte scriteriato.
Come si può tollerare questo?
Come è possibile che mentre avviene tutto ciò e mentre il Commissario straordinario alla spesa pubblica, descrive il suo programma di tagli per miliardi di euro, tra cui ipotesi di accorpamento di forze di polizia, riduzione agli organici ed alle risorse ad esse dedicate e, di chiusura e accorpamenti di tanti uffici, tra cui le prefetture e, mentre non senza contrarietà e polemiche, si concede un piccolissimo aiuto di 80 euro a tantissime famiglie italiane in seria difficoltà (che in realtà necessiterebbero di ben più di questo) - si aumenta il numero dei prefetti, cioè alti funzionari dello Stato la cui retribuzione non è soggetta a vincoli e restrizioni come tutti gli altri dipendenti pubblici, il cui costo annuo per la collettività (ivi compresi quei cittadini che definiti “in esubero” e quelli che quotidianamente sono costretti a scegliere se comprare un tozzo di pane oppure una indispensabile medicina) è di circa 32 milioni di euro? Quante cose potrebbero essere fatte, invece, con questa cifra?
Si dice di non poter provvedere al mantenimento di un controllo adeguato sul territorio ( un territorio che per bellezze paesaggistiche ed ambientali ci viene invidiato da tutto il mondo) , sia dal punto di vista idrogeologico che della sicurezza e legalità, mentre si nominano tanti alti burocrati statali che non avranno un ufficio e un territorio a cui sovrintendere? Alla luce di tutto ciò - di fronte a milioni di italiani in difficoltà, quando non addirittura alla fame, non è veramente inaudito permettersi il lusso (perché solo di questo si tratta, lusso e inopportunità) di spendere 32 milioni all’anno per 200 persone?
Perché alcune categorie di statali, quali appunto prefetti e magistrati, tanto per citarne alcune, sono esenti dalla spending review? Non si realizza così, una profonda inaccettabile disparità sociale? Quello a cui stiamo assistendo – conclude il segretario generale del Dipartimento - è forse, nella realtà dei fatti, l’ennesima applicazione del gioco delle “tre carte”, in cui i cittadini perdono sempre? Quando finirà tutto ciò?
Ed infine, ma non da meno, per capire ed attuare alcuni elementari principi di vera e sana economia, non era sufficiente il buon senso e l’onestà di quanti (molto ben pagati) erano già preposti a decidere in modo equo? Era proprio necessario nominare un commissario straordinario alla spending review?
Basta slogan ad effetto e proclami roboanti! Gli italiani attendono – da troppo tempo - risposte concrete e risolutive ai tanti problemi esistenti. Noi della CISAL, siamo pronti a dare il nostro sia pur piccolo – ma si spera prezioso – contributo.
Il Responsabile
Ufficio Stampa e P.R.
Antonello Iuliano
Il Segretario Generale
Paola Saraceni
(notizia segnalata da Antonello Iuliano)