Cisal: "Al Ministro Cancellieri, ribadiremo nostra contrarietà alla chiusura Tribuna di Rossano"
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CATANZARO, 9 SETTEMBRE 2013 - Come ben noto a tutti gli italiani, e fra questi, ovviamente i lavoratori del pubblico impiego, molti sono i sacrifici che si sono dovuti affrontare e che ancora si dovranno affrontare a fronte della crisi economica mondiale ed italiana in particolare, nonchè della conseguente necessaria spending review.
Molte sfide, attendono ancora anche i lavoratori del pubblico impiego, troppo spesso a torto considerati dei fannulloni e causa di tutti i mali italiani.
A causa della spending review, ad esempio, nel tentativo di razionalizzare le esigue risorse pubbliche, è stata prevista (dal governo Monti) una revisione della geografia giudiziaria con la soppressione di alcuni Tribunali tra cui quello di Rossano.
A tal proposito CISAL FPC, non può che ribadire la propria assoluta contrarietà a questa soppressione, per tutta una serie di motivazioni che, domani 9 settembre, nel corso dell'importante e programmato incontro, che il Segretario Generale della CISAL FPC (Dipartimento Ministeri , Presidenza Consiglio dei Ministri e Sicurezza) Paola Saraceni , accompagnata nell'occasione dal Segretario Nazionale CISAL FPC, Fabio Schiavone, avrà con il Ministro della Giustizia, saranno esposte alla Cancellieri.
Sul tema specifico, non può dimenticarsi che la città di Rossano è ad alto indice di criminalità e che il bacino d’utenza “servito” dal Tribunale in esame, è di oltre 110mila abitanti dislocati su un ampio e disagiato territorio.
La nostra motivata contrarietà, quindi, premessa l'insufficienza e l'assenza della politica in tale contesto, pressava sulle ragioni di un intervento di tutti i soggetti istituzionalmente interessati sul presupposto - a nostro avviso imprescindibile – di un presidio necessario dello Stato su un territorio gravemente compromesso nella sua vita economica e sociale dalle presenze quanto mai aggressive ed attive di interessi criminali.
Non possiamo, altresì, non rilevare che già alla data del 16 settembre si riprenderà l'attività ordinaria degli uffici giudiziari nel totale caos, evidentemente a causa di scelte sbagliate che come sempre ricadranno sui lavoratori e sui cittadini. Tra queste non possiamo che criticare con forza quella che vorrebbe tendere alla copertura dell'organico deficitario mediante l'immissione di ufficiali delle forze armate o di comandati da altre amministrazioni, che mantenendo il livello stipendiale di provenienza, senza nessuna formazione specifica produrranno con certezza un aumento consistente di costi per il personale e la discriminante ed ulteriore mortificazione del personale giudiziario di ruolo.
Ed ancora, va posta seriamente l'attenzione sulla necessità di una immediata apertura di un nuovo contratto integrativo che superi definitivamente quello attuale, sull'adeguamento delle piante organiche, sugli interpelli distrettuali e nazionali, sul fondo integrativo 2010/2012 e, soprattutto rimarcando le attuali carenze organizzative peggiorate dalla soppressione degli uffici, dalla mancata tempestività dell'attuazione dei trasferimenti, dalla totale insufficienza dei mezzi e degli strumenti e dalla copertura delle vacanze dell'organico.
In questo quadro di scelte errate va doverosamente ribadita la critica ferma e decisa già espressa all’indomani del provvedimento del governo Monti.
Allo scopo, ove necessario, saranno inoltre messe in atto tutte le possibili prerogative sindacali e quelle iniziative - ivi incluso lo stato di agitazione dei lavoratori del comparto ministeri, della Presidenza del consiglio dei ministri del comparto sicurezza, ovvero mobilitazione generale del personale amministrativo tutto - utili allo scopo di tutelare gli interessi di tutti i lavoratori giudiziari operanti nel tribunale rossanese e delle loro famiglie, pesantemente penalizzati da una economicamente e socialmente ingiusta ed immotivata chiusura di quel luogo di lavoro.
Questo perchè CISAL, Confederazione quarta forza sindacale sul territorio nazionale, nonché pienamente rappresentativa in numerosi comparti tra i quali il pubblico impiego, ha sempre agito in passato, agisce oggi e continuerà a farlo in futuro, nell’interesse esclusivo della tutela dei diritti dei lavoratori, pubblici o privati che siano. La stessa CISAL è assolutamente convinta che ciò possa essere fatto solo sedendosi ai tavoli delle trattative, per condividere ragionevolmente un percorso che porti alla graduale risoluzione delle molteplici problematiche lavorative esistenti.
Non solo; come si è già avuto modo di osservare – hanno ribadito il segretario Schiavone ed il suo vice Damiano Savastano (di recente nomina in questo ruolo oltre che in quello di responsabile nazionale Giustizia-Unep) - considerato che tale tribunale riveste un importante ruolo di presidio di legalità in un difficile contesto socio-economico, questa Organizzazione Sindacale ritiene che la sua paventata soppressione – che oggi garantisce efficienza ed efficacia sulla sicurezza e sull’espletamento dei propri compiti Istituzionali su un così vasto comprensorio e sull’intero territorio regionale sia, quindi, impensabile ed inimmaginabile, oltre a costituire un ulteriore sperpero di risorse pubbliche.
CISAL F.P.C.- Dipartimento Ministeri, Sicurezza e Presidenza Consiglio Ministri, alla luce si quanto predetto crede, anzi è pienamente convinta, che gli sprechi da eliminare siano da ricercare altrove; ad esempio, nei tagli di auto blu; sui costi della politica e sui vitalizi; sulle consulenze esterne e sulle esternalizzazioni di servizi, nonchè nella riduzione degli sprechi in generale. Ma è altrettanto fermamente convinta che la chiusura del tribunale di Rossano non soltanto – come già detto - sia un ulteriore sperpero di risorse pubbliche e danno per l’intera popolazione calabrese, ma anche un madornale errore al quale si opporrà con ogni mezzo sindacale, mettendo in campo ogni valida iniziativa atta a tutelare i lavoratori che operano in tale contesto, siano essi amministrativi del comparto ministeri o appartenenti al comparto sicurezza.
Noi della CISAL, un sindacato controcorrente che colloquia con la politica ma mantiene integra la sua autonomia da essa, che sostiene le iniziative della governance amministrativa pubblica quando e se del caso, pur non volendo entrare nelle scelte strategiche del Governo – hanno proseguito Schiavone e Savastano -ritieniamo di dover fare, nello specifico, un appunto sincero alla illogicità del provvedimento riscontrando gravi e inspiegabili contraddizioni.
Si è tenuto, ad esempio, conto dei costi del depauperamento dei beni patrimoniali naturali e strumentali, quelli necessari al trasferimento dei beni riutilizzabili e le perdite patrimoniali legate, invece, all’inutilizzabilità di alcuni impianti tecnologici della stessa struttura immobiliare e, infine, delle spese amministrative per il trasferimento di cose e persone? Un vero pregiudizio economico-finanziario di cui qualcuno potrebbe (o meglio dovrebbe) essere chiamato a risponderne.
Qualora tutto quanto suindicato non bastasse, un dubbio insistente e indiscreto - sempre lo stesso – attraversa i nostri pensieri: “è mai possibile che a pagare ogni scotto sia la Calabria e i Calabresi”?
Antonello IULIANO
Consigliere Nazionale e Responsabile Regionale Calabria [MORE]
(notizia segnalata da Antonello Iuliano)
Articolo approvato, redatto e pubblicato da: Katia Portovenero